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Inter: le ragioni di una crisi non così inaspettata

di Cristian Castellini

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3 punti nelle ultime 5 partite di campionato. 3 sconfitte consecutive, intervallate da un pareggio soffertissimo in Champions League a Porto. L’Inter di Simone Inzaghi sembra non essere più in grado di vincere, nonostante la rosa e il tasso tecnico a disposizione. Questa crisi, però, può dirsi inaspettata?

Inter: storia di una stagione “malata”

Una Supercoppa italiana vinta a scapito dei rivali di sempre del Milan, il raggiungimento dei Quarti di finale di Champions League superando un girone complicato con Bayern e Barcellona, oltre a una semifinale di Coppa Italia da giocare con la Juventus. Il buono della stagione nerazzurra proviene soprattutto dai risultati nelle coppe, che rispecchiano l’alta qualità della rosa e l’abilità dell’allenatore nelle competizioni “brevi”. Se si sposta l’occhio sul campionato, però, la situazione cambia radicalmente; 16 vittorie, 10 sconfitte e solo 2 pareggi.

Attacco e difesa: crisi su tutti i fronti

 

Romelu Lukaku (@Shutterstock)

 

In Serie A l’Inter è una squadra irriconoscibile, in grado di subire 32 gol nonostante una delle difese, sulla carta, più forti. Fin dai tempi di Luciano Spalletti i nerazzurri sono stati difensivamente ottimi, in grado di non raggiungere mai i 40 gol subiti. Ma non solo la difesa si è smagliata, anche la fase offensiva ha risentito del calo generale. L’Inter al momento è il terzo miglior attacco al pari con l’Atalanta, avendo infilato il pallone in rete “solo” 47 volte nell’arco dei 28 match disputati. L’anno dello scudetto 2020/21, gli uomini di Antonio Conte hanno fatto 89 gol in 38 partite. In due stagioni si è quindi passati da 2,34 a 1,68 gol fatti in media a partita, considerando solamente la stagione sin qui disputata. Anche tenendo conto del primo anno di Simone Inzaghi sulla panchina dell’Inter si hanno numeri decisamente migliori; nella stagione 2021/22, i nerazzurri hanno messo a segno 84 gol, risultando il miglior attacco del campionato con una media di 2,21 reti a partita.

Ipotesi sull’involuzione

Pausa per Qatar 2022

Come spiegarsi una stagione impronosticabile sul piano dei risultati? Una motivazione può stare in una gestione infelice della preparazione atletica in previsione della pausa dei Mondiali. La competizione invernale disputata in Qatar ha alterato i piani del tecnico e dello staff, evidentemente meno pronti di altri. Ad esempio Luciano Spalletti probabilmente è stato facilitato nel gestire questa stagione grazie alla sua esperienza allo Zenit San Pietroburgo. Nel Paese più esteso del pianeta, nonché uno dei più freddi, la stagione calcistica si ferma tra la seconda settimana di dicembre e la fine di febbraio. Spalletti, quindi, era già “vaccinato” per risolvere i problemi di una pausa invernale

Società poco attenta

Un’altra ipotesi può essere ricavata dagli errori commessi dalla società. I vertici dell’Inter hanno messo a disposizione di Inzaghi una rosa di altissimo livello, rinforzata a centrocampo con l’arrivo di Henrikh Mkhitaryan, in attacco dal ritorno di Romelu Lukaku e in difesa con l’approdo di Francesco Acerbi. Va detto, però, che il 3-5-2 su cui si basa la formazione nerazzurra per funzionare necessita di esterni in grado di svolgere un lavoro meticoloso in entrambe le fasi. Al momento i “quinti di difesa” dell’Inter non sono in condizione impeccabile, e nessuno di questi è in grado di dribblare o saltare l’uomo in velocità, ad eccezione di Raoul Bellanova che ha dimostrato di avere questa caratteristica negli scampoli di partita a lui riservati.

La carenza diventa evidente quando si tratta di affrontare squadre difensivamente impeccabili oppure che restano compatte dietro la linea di palla, che giocatori come Ivan Perišić e Achraf Hakimi riuscivano a penetrare. L’assenza di giocatori “dribblomani“, forse voluta, viene colmata tramite una partecipazione corale alla manovra offensiva, anche da parte dei “terzi di difesa” che devono sovrapporsi ai “quinti” verso l’area di rigore. Inevitabilmente questo approccio porta a un maggiore rischio di subire contropiede, causando reti inaspettate in partite dominate, come accaduto a Spezia.

Contratti e calciomercato demotivano i giocatori

Alle “colpe” da imputare alla società, si può aggiungere la questione dei rinnovi di contratto; Samir Handanovič, Edin Džeko, Danilo D’Ambrosio, Romelu Lukaku (in prestito), Stefan de Vrij, Francesco Acerbi (in prestito) e Raoul Bellanova (in prestito) non sanno se giocheranno all’Inter il prossimo anno. Inoltre, tralasciando Milan Škriniar già ingaggiato dal PSG, quasi tutti gli altri giocatori possono ritenersi sul mercato. Questa situazione di “instabilità” naturalmente si riverbera sul morale dei giocatori in campo. La voglia di sudare 90 minuti per una squadra nella quale probabilmente non si giocherà più il prossimo anno non può essere molta…

Tutta colpa di Inzaghi?

 

Coppe Europee

Simone Inzaghi (@Shutterstock)

 

Ovviamente una gran parte delle “colpe” di questa stagione sottotono vanno imputate al tecnico. Lui decide le formazioni, i cambi in partita e l’assetto tattico, oltre che il carico e la qualità del lavoro da svolgere in allenamento. In molte situazioni si è rivelato non all’altezza, sia sul campo che fuori, in particolare per quanto riguarda la comunicazione con i tifosi e i giornalisti. Detto questo, Inzaghi è diventato il parafulmine per difendere una società evidentemente non efficiente e per la scarsa professionalità dei giocatori, che a prescindere da tutto dovrebbero lavorare al massimo fino al termine della stagione.

Insomma, il declino dell’Inter poteva essere previsto e evitato da parte di Zhang e Marotta. Guardando il futuro attraverso le casse di Suning la prospettiva per i tifosi nerazzurri non è delle più rosee. Vedremo se Simone Inzaghi riuscirà a resistere alla tempesta e raddrizzare, un’altra volta, la barca.

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