di Redazione NCI
Alla CoP26 Boris Johnson lancia l’allarme sulla crisi climatica: “Resta un minuto prima della mezzanotte, se non saremo seri qui e ora per i nostri figli sarà tardi”. Con queste parole il premier inglese spiega come non ci sia più tempo da perdere per cercare di apportare dei cambiamenti. Johnson ha parlato di “minuto prima della mezzanotte” riferendosi ad un’espressione nata con la nascita dell’orologio nucleare. Nato nel 1947 dagli scienziati della rivista Bulletin of the Atomic Scientists dell’Università di Chicago, in realtà rappresenta un orologio metaforico per indicare la mezzanotte come l’inizio della guerra nucleare e i minuti precedenti la vicinanza a tale evento. Dal 2007 indica qualsiasi cosa che possa causare danni all’umanità, crisi climatica inclusa, e metterla a rischio di estinzione.
Il presidente della CoP26 Alok Sharma “ottimisti sulle decisioni del G20”
Il presidente della CoP26 Alok Sharma ha espresso la sua opinione sulle decisioni prese al G20 di Roma, spiegando come sia “cautamente ottimista”. Ha espresso la sua anche sui giovani che protestano: “Hanno tutto il diritto a essere arrabbiati perché i leader del mondo collettivamente hanno finora fallito”. Al vertice parteciperà anche Barak Obama, che interverrà sulla minaccia del cambiamento climatico, mentre mancherà invece Erdogan. Il presidente turco ha deciso di cancellare la sua partecipazione alla CoP26. Gli organizzatori infatti avrebbero posto dei limiti rispetto alla dimensione della delegazione turca e al numero di veicoli a loro disposizione. Ci saranno comunque il ministro dell’ambiente e funzionari del governo.
Gran Bretagna tra le nazioni più attive contro la crisi
Il Regno Unito, tra i paesi più attivi, ha messo a disposizione 12,6 miliardi di sterline nei prossimi 5 anni per un’economia globale più sostenibile. Johnson ha lanciato un ultimo appello ai leader mondiali perché facciano dei passi concreti. Bisogna eliminare il carbone, accelerare il passaggio ai veicoli elettrici, fermare la deforestazione e sostenere le nazioni in via di sviluppo con la “finanza climatica”. L’Ansa riporta una nota governativa del Regno Unito che spiega come siano stati il primo paese al mondo a fissare per legge l’impegno all’obiettivo delle emissioni zero entro il 2050, con un taglio del 68% già per il 2030. Hanno quasi eliminato l’energia prodotta dal carbone avendola ridotta al 2% del suo fabbisogno elettrico fin dal 2020 contro il 40% di dieci anni fa.
Il Regno Unito si è impegnato anche a mettere fine alla vendita di veicoli nuovi diesel o a benzina pure nel 2030. Ha triplicato i piani nazionali di rilancio verde attraverso la promessa di piantare 30 milioni di alberi sull’isola ogni anno fino alla scadenza delle legislatura attuale nel 2024. Ormai é tardi per parlare di cambiamento climatico, si può parlare di vera e propria crisi climatica. Le nazioni devono però cercare di contrastarla attraverso delle azioni che riescano in qualche modo a limitarla.
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di DAVIDE GERACE
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