di Redazione NCI
Al giorno d’oggi, l’hype è la base di qualsiasi strategia di marketing. Soprattutto all’interno dell’industria videoludica si abusa di questa tattica, creando delle aspettative che non sempre vengono mantenute.
Ma cos’è l’hype? Per quei pochi lettori che non conoscono il significato di questa parola, per hype si intende l’attesa, spesso snervante e ossessiva, che si crea per far aumentare le vendite del prodotto.
Spesso l’hype comporta una crescita smisurata delle aspettative da parte del pubblico nei confronti del titolo e questo può far inciampare le software house nella loro stessa “trappola”, deludendo i giocatori una volta lanciato il prodotto.
È necessario creare Hype
È inutile girarci intorno, i videogiochi si vendono soprattutto grazie alla pubblicità che viene fatta e dal clamore che si suscita nelle persone. Per vendere c’è bisogno di creare un clima di attesa intorno alla mercanzia.
Nel mercato videoludico per far scalpitare il pubblico esistono fiere, conferenze e molto altro. Spesso anche solo un’immagine è in grado di far speculare gli appassionati e di conseguenza generare clamorose ondate di hype in migliaia di potenziali clienti.
Creare interesse è la base di ogni strategia di marketing, soprattutto per le grandi aziende che si possono permettere trailer, e non solo, capaci di lasciare i giocatori col fiato sospeso in attesa di nuove informazioni. Basti pensare a cosa succederebbe se Rockstar pubblicasse anche solo un’immagine di un grattacielo, per esempio, con sotto una data indicativa. Tutti spererebbero in GTA VI e l’intero pubblico andrebbe in visibilio, tutto per una semplice foto che non annuncia nulla di certo.
Ecco perché è importante utilizzare questa strategia, aumenti la visibilità della software house in questione e, inevitabilmente, ti assicuri delle vendite al day one che, altrettanto inevitabilmente, ti assicurano delle entrate importanti dal punto di vista economico. Senza contare nell’immediato, il boom azionario che può generare nelle case quotate in borsa.
Tuttavia non è sempre tutto oro ciò che luccica.
Un’arma a doppio taglio
Come abbiamo accennato in precedenza, creare aspettative nel pubblico è tanto proficuo quanto pericoloso. Hype non vuol dire solo attesa e perciò guadagni, ma anche aspettativa e quindi rischi. Sappiamo bene quanto siano traditrici le nostre aspettative, soprattutto se il titolo in questione è stato pubblicizzato molto dall’azienda.
Le software house, generando molte speranze tra il pubblico, rischiano talvolta di non mantenere la parola data. E per i fan più accaniti, una cocente delusione può rivelarsi un pugno allo stomaco che, purtroppo, rischia di crocefiggere un titolo valido.
La maggior parte di noi è composta da videogiocatori che, con ogni probabilità, è rimasta delusa almeno una volta da una pubblicazione e questo ci ha fatto sentire ingannati dagli sviluppatori, ma…
…È davvero solo colpa degli sviluppatori?
È vero, spesso i videogiochi vengono spinti e pubblicizzati eccessivamente, tuttavia anche il pubblico contribuisce a “rovinare” l’esperienza che gli sviluppatori propongono e creano, aspettandosi un prodotto per certi versi inarrivabile.
Il pubblico tende ad avere delle aspettative troppo alte rispetto agli standard attuali e questo compromette non solo il loro giudizio sul gioco, ma anche la fiducia che ripongono su un team di sviluppo, che sia onesto con l’utenza o meno.
Insomma, se viene presentato e pubblicato un titolo di ottimo livello e le aspettative dei giocatori sono eccessivamente elevate, questi giudicheranno il prodotto come un gioco assolutamente banale o peggio dimenticabile. Ciò li porterà a non godersi l’esperienza e buttare diverse ore, anche molto apprezzabili.
Il caso Cyberpunk e non solo
Sono diversi i videogiochi vittime del loro stesso hype. Tra questi non si può certo non citare il recente Cyberpunk 2077. Nonostante rimanga un ottimo titolo infatti, è stato massacrato, soprattutto dal pubblico.
È innegabile che la nuova opera di CD Projekt Red non fosse pronta alla pubblicazione, specie su console old gen. CD Projekt si è fatta trovare così impreparata da essere addirittura rimossa con il nuovo titolo dal PS store, originando un enorme danno di immagine.
Cypberpunk 2077, aldilà dei problemi, però non è un titolo scadente, anzi. Moltissimi giocatori, me compreso, ne hanno ricavato molte ore di divertimento. La trama ben scritta e delle side quest all’altezza, hanno infatti fatto passare in secondo piano i bug.
Se Cyberpunk è stato, tra mille virgolette, un “flop” per via delle aspettative dei fan, No Man’s Sky è stato invece vittima della comunicazione, e soprattutto delle promesse, degli sviluppatori. Un titolo presentato come rivoluzionario, in realtà, si è presentato come tutt’altro.
Nel lontano 2016, No Man’s Sky ha tradito ogni attesa, ma soprattutto ha tradito ogni promessa fatta dalla software house, un titolo “vuoto”, scarno di tutte quelle caratteristiche che lo hanno reso attesissimo.
Solo negli anni seguenti Hello Games si è redenta dagli sbagli fatti, mettendo a disposizione molti aggiornamenti gratuiti che lo hanno migliorato sensibilmente. Ciò ha finalmente avvicinato No Man’s Sky al tanto atteso gioco presentato negli anni precedenti.
Hype, un “male” necessario
L’hype è necessario per far gonfiare le tasche delle software house, ed è giusto così, tuttavia ci sentiamo di darvi un consiglio: non abbiate aspettative troppo alte, perché queste potrebbero essere la fonte principale della vostra delusione.
Ci auguriamo che questo articolo vi abbia messo in guardia riguardo a delle aspettative troppo elevate riguardo ad un videogioco, per godervelo a 360 gradi.
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di Erik Veronese
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