di William Tinella
Bentornati al quarto ed ultimo episodio della storia pregressa di Fallout. Come abbiamo potuto vedere insieme negli scorsi episodi, la storia del mondo della nota serie di Bethesda è assai complessa e fondata sulla natura guerrafondaia dell’essere umano. Non si tratta infatti di una storia positiva o di speranza nei riguardi del futuro del genere umano. Anzi, l’esatto opposto. E in quest’ultima parte potremo scoprire ed analizzare l’umanità nei suoi ultimi anni, prima di quelle due fatidiche ore che la portarono alla quasi estinzione. Ed è proprio quando si giunge alla fine che tutto il marcio esce fuori senza filtri. Ed è proprio in conclusione, però, che la resilienza umana emerge.
Pausa: un re-cap della storia di Fallout prima della fine
La storia di Fallout si potrebbe effettivamente sintetizzare in pochi concetti: guerra, stupidità, ancora guerra, progresso dannoso, nuovamente guerra e per non farci mancare niente, guerra. Come avete potuto intendere, la guerra svolge un compito da protagonista nello scenario messo su dagli autori di Fallout (e anche nella storia vera del genere umano). Nel terzo episodio di questa serie ci eravamo lasciati con l’inizio del conflitto tra USA e Cina, con quest’ultima che aveva attaccato la regione americana dell’Alaska per il controllo dell’ultima zona al mondo con un minimo di combustibile fossile. Ciò porto all’inizio di una guerra lunga circa 10 anni, che però non vedrà alcun vincitore in nessuno degli schieramenti.
Intanto il resto del mondo era già “scomparso” o dilaniato da guerre e povertà. L’Europa aveva distrutto il medio-oriente con dei bombardamenti nucleari a tappeto, mossa che però non salvò la maggior parte degli Stati europei dalla bancarotta. Il Commonwealth europeo non esisteva più, dilaniato da guerra e povertà. Al mondo, restavano quindi solo due grandi (e ormai allo stremo) superpotenze: Cina e USA.
È doveroso fare prima un passo indietro: lo sviluppo tecnologico nel mondo di Fallout, come nel nostro, non si era mai fermato. Importanti invenzioni arrivate poco prima della fine furono le armature atomiche e i nuclei di fusione. Le prime si rivelarono un grosso vantaggio tattico e militare per l’esercito statunitense, mentre i nuclei di fusione diventarono l’unica alternativa credibile ai combustibili fossili.
Invenzioni che, se fossero arrivate qualche decennio prima, avrebbero probabilmente salvato l’intera umanità. Una figura da citare è poi quella di Robert House, fondatore delle RobCo Industries, protagonista principale proprio di queste rivoluzionarie scoperte.
Un mondo diviso e l’orologio che rintocca i secondi
All’alba degli anni 70′ del ventunesimo secolo, sia gli Stati Uniti che la Cina avevano allargato i propri confini annettendo le nazioni circostanti. Gli Stati Uniti prima con il Messico e poi con il Canada; mentre la Cina con la Corea, l’Indonesia e pressoché l’intero continente asiatico. Con le due superpotenze impegnate in un conflitto di scala mondiale, le speranze degli uomini erano fiaccole in un tenebroso e lungo buio. Dopo l’invasione dell’Alaska da parte dei cinesi, la risposta americana fu quella di restituire il favore, e quindi invadere a propria volta i territori Cinesi.
L’incursione americane nel territorio asiatico fu molto difficile. Grazie ad un effetto sorpresa e alle armature atomiche, inizialmente riuscirono a penetrare nel territorio, per finire poi in una fase di stallo dovuta, ironicamente, alla goffaggine e alla difficoltà nel muoversi delle armature sui terreni difficili. La svolta fu il modello evoluto, il T-51, che era più agile grazie all’uso di un nuovo materiale super resistente e super leggero, l’Ultracite. Parallelamente, in Alaska la Cina decise di scendere a patto con il diavolo e messa da parte ogni legge di guerra, usò le armi chimiche. Con la città di Anchorage in possesso ai cinesi, la situazione in America era critica. E non solo sul fronte bellico, ma anche i conflitti interni si diffondevano a macchia d’olio.
La legge marziale vigeva su tutto il territorio canadese e in molte località di quello statunitense. Con la morte ingiusta di migliaia civili, anche la fedeltà alla causa di molti militari venne meno. Tra i disertori, spicca sicuramente la figura del capitano Roger Maxson. Il capitano era in missione ai laboratori segreti di Mariposa, dove gli States testavano armi chimiche sugli umani sperando di trovare un vaccino universale e di creare dei super soldati. Scoperta la verità, il capitano Maxson disertò e si ribellò agli ordini, uccidendo tutti i ricercatori e salvando decine di vite. Ma questa è un’altra storia: parleremo in un articolo dedicato degli albori di questa leggenda.
Tic-Tac, un minuto a mezzanotte per Fallout
Chissà se nella storyline di Fallout, nel 1947 gli scienziati idearono il Doomsday Clock, il celebre orologio che segna il tempo rimasto all’umanità. Ma se nel nostro mondo, nel 2020, l’orologio dell’apocalisse segnava 140 secondi alla mezzanotte, verso la metà degli anni 70′ nel mondo di Fallout avrebbe sicuramente segnato pochi secondi. Di fatto, ciò che rimaneva dell’umanità era indaffarata ad ammazzarsi a vicenda e le speranze di una ripresa erano ormai morte e sepolte. Gli Stati Uniti, con l’operazione Anchorage, riuscirono a riprendersi la capitale dell’Alaska e segnare un misero punto sul tabellone. Questo “successo” fu possibile grazie alle nuove tecnologie americane che riuscirono a contrastare le armi chimiche cinesi.
L’operazione Anchorage avvenuta nel 2077 fu però una vittoria di Pirro. Non portò a un bel niente. Nel frattempo, però, i piani della preservazione della specie erano stati attuati. I servizi segreti dell‘Enclave avevano edificato una piattaforma petrolifera per preservare il Presidente e la società che sarebbe arrivata dopo. Nel resto del Paese, la Vault-Tec creò centinaia di rifugi atomici per i civili, i Vault, e le RobCo Industries avevano diffuso le sue tecnologie in tutto il paese. Tutto il mondo era pronto per quello che stava per arrivare: la fine.
“Un tempo ci fu un’esplosione”
Il 21 ottobre 2077, furono avvisate le prime famiglie nei pressi della base di Mariposa di entrare nei rifugi, in preparazione dell’orrore che si stava per abbattere. Il 23 ottobre, alle ore 09:13, i sistemi difensivi americani segnalano quattro missili balistici cinesi in preparazione per il lancio. Alle ore 09:47 di quel sabato, avvenne la prima esplosione. Salt Lake City venne rasa al suolo da 13 ordigni nucleari nell’arco di appena 7 minuti. Poi, il mondo conobbe le due ore più tenebrose della sua storia. Nel giro di 2 ore, tra le 09:47 e circa mezzogiorno, quel pianeta blu all’interno del sistema solare, conobbe la sua fine.
È difficile capire a chi attribuire l’inizio effettivo dei bombardamenti di quel sabato mattina. Fu tutto troppo rapido per capirci qualcosa, anche se probabilmente fu la Cina, ormai rassegnata alla sconfitta. Alcune testimonianze registrate in alcuni archivi, attribuirebbero la colpa addirittura agli alieni. Fatto sta, che un tempo ci fu un’esplosione, uno scoppiò che spazzò via l’umanità. Ma l’essere umano è come un fastidioso virus, resiste e si preserva all’inverosimile. E la resilienza umana porterà poche centinaia di individui a salvarsi e pian piano a tornare a solcare quella terra radioattiva.
Così, la storia e la lore pregressa di Fallout giunge al termine. Con l’augurio che questa serie di quattro episodi vi abbia divertito, vi invitiamo a continuare a seguirci, sempre su Nasce, Cresce, Respawna.
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