di Enea Bacciocchi
La scuola è il luogo dove fino ai 19 anni cerchiamo di interagire il più possibile con altre persone, e con il passare degli anni, è diventata un luogo dove ognuno ha la possibilità di mostrare chi è in realtà. Purtroppo però, a causa di canoni antiquati, spesso emergono spiacevoli notizie che possano bloccare la libertà di alcuni studenti, sia sull’abbigliamento che nel modo di pensare e vivere la vita.
L’ultimo fatto di questo tipo è accaduto presso il liceo artistico-musicale Lucrezia della Valle di Cosenza. Stando alla ricostruzione di TGCOM24, una ragazza sarebbe stata rimproverata dalla vicepreside a causa di un indumento che, secondo lei violava i canoni della decenza. Il capo in questione erano un paio di jeans strappati, alla moda tra i ragazzi, definiti “poco decorosi” e “inadeguati per il sistema scolastico“.
“Rattoppare” i jeans a scuola: nasce la polemica
La ragazza “vittima” dal rimprovero è stata costretta a coprire gli strappi dei suoi pantaloni con del nastro da pacchi. Le foto di tale avvenimento hanno poi fatto il giro delle chat scolastiche e dei social, diventando in poco tempo virali. Non sono mancate le critiche nei confronti della vicepreside; ad avanzarle è stata un’organizzazione politica, che si è da subito schierata in favore dell’allieva con la seguente dichiarazione, postata su Facebook:
“È vergognoso negare il diritto di ogni persona di esprimere sé stessa anche con il suo modo di vestire. Pronti a mobilitarci: atti di questo genere, che si sarebbero ripetuti lì svariate volte, sono il frutto di ciò che sta diventando oggi la scuola pubblica”.
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