di Antonio Stiuso
Marina Ovsyannikova è la protagonista di una protesta piuttosto particolare. Durante il tg di una tv controllata dallo Stato russo, infatti, la reporter si è fatta riprendere con un cartello di protesta contro la guerra. Non è finita qui, però: sembrerebbe che il gesto di Marina abbia un seguito.
“No war, vi stanno mentendo!”
La giornalista, Marina Ovsyannikova, è la protagonista di una protesta molto particolare. Negli ultimi giorni, infatti, è sulla bocca di tutti per via della sua personale battaglia intrapresa contro il Governo russo. Durante una diretta del tg di canale 1, tv controllata direttamente dallo Stato, Marina si è fatta riprendere con alle spalle un cartello contro la guerra intrapresa da Putin in Ucraina.
“No war. Non credete alla propaganda, qui vi stanno mentendo“. Queste sono le parole esatte che riportava il suddetto cartello. Scritte a caratteri cubitali, così come sono impresse nella mente di molti connazionali della famosa giornalista. Un inno alla pace, nonché alla libertà di parola, e di stampa, che in quelle zone pare abbia lasciato spazio a censure e versioni alternative. La cronista, in seguito ai fatti citati, è stata accusata di “manifestazione non organizzata”, ai sensi del codice degli illeciti amministrativi.
L’inizio della rivolta dei reporter
Marina Ovsyannikova è stata immediatamente sottoposta a un processo lampo presso il tribunale di Ostankino, a Mosca, dove è stata immortalata da una foto, che ha fatto il giro dei social, al fianco del suo avvocato. Secondo l’agenzia statale Tass, gli inquirenti avrebbero avviato anche un’indagine nei suoi confronti, per verificare potenziali violazioni della legge sulla diffusione di notizie false riguardanti la guerra in Ucraina.
Parlando con i giornalisti all’uscita del tribunale, la giornalista ha riferito di essere stata sottoposta ad un interrogatorio durato più di 14 ore, e che non dormiva da ben due giorni. “Mi sono trovata in difficoltà e adesso voglio solo riposare” ha dichiarato ancora Marina. Dopo la protesta, intere redazioni hanno iniziato a dimettersi, e questo ha evidentemente giovato al morale della cronista, che ha concluso le dichiarazioni con un deciso “Non possono arrestarci tutti“.
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di Antonio Stiuso
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