di Redazione Network NCI
Una tragica notizia ha sconvolto gli italiani e il mondo della musica. L’8 novembre, a Roma, si è spento il celebre direttore d’orchestra Peppe Vessicchio, volto noto nelle case di milioni di persone e icona del Festiva di Sanremo. Vessicchio è deceduto a 69 anni, secondo ADNkronos a causa di complicazioni impreviste dovute a una polmonite.
Si è spento Peppe Vessicchio
A dar comunicazione della sua scomparsa è stato il bollettino ufficiale dell’ospedale San Camillo di Roma. “Il Maestro Giuseppe Vessicchio è deceduto oggi in rianimazione all’A.O. San Camillo Forlanini a seguito di una polmonite interstiziale precipitata rapidamente. La famiglia chiede riserbo. I funerali si svolgeranno in forma strettamente privata”.
Nato a Napoli il 17 marzo 1956, Giuseppe Vessicchio, detto Peppe, è indissolubilmente legato alla storia della musica italiana e al Festival di Sanremo. Nel corso della sua illustre carriera ha collaborato con alcuni tra i più importanti artisti del nostro Paese, come Andrea Bocelli, Zucchero, Roberto Vecchioni, Elio e le Storie Tese, Ornella Vanoni, Ron e Biagio Antonacci. Celebre anche la collaborazione con Gino Paoli, insieme a cui ha firmato “Ti lascio una canzone” e “Cosa farò da grande”.
La storia del Festival di Sanremo
Il suo nome è indissolubilmente legato al Festival di Sanremo, in cui ha partecipato come presenza (quasi) fissa sin dall’edizione del 1990. Nel corso degli anni è diventato uno dei volti più amati da milioni di italiani, che aspettavano di vederlo apparire. Una vera icona, una leggenda della musica. Come riportato da TGCom24, Vessicchio ha vinto per ben quattro volte il premio come direttore d’orchestra, dirigendo brani che hanno fatto la storia della musica italiana: “Sentimento” degli Avion Travel (2000), “Per dire di no” di Alexia (2003), “Per tutte le volte che” di Valerio Scanu (2010) e “Chiamami ancora amore” di Roberto Vecchioni (2011). Per il prossimo anno era annunciato, insieme a Ron, un tour teatrale chiamato “Ecco che incontro l’anima”.
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Articolo a cura di Enrico Roca
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