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Vaccino anti-Covid: riconosciuto indennizzo per aver causato un danno neurologico a una signora di 52 anni

di Redazione Network NCI

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Il Tribunale civile di Asti ha riconosciuto “il nesso causa” tra il vaccino anti-Covid e un danno neurologico subito da una donna di 52 anni.

La vicenda

Protagonista una donna di 52 anni, titolare di una tabaccheria di Alba (Cuneo). A rendere pubblica la vicenda sono stati i suoi avvocati: Renato Ambrosio, Stefano Bertone, Chiara Ghibaudo e Stefania Gianfreda, dello studio Ambrosio & Commodo di Torino. La ricorrente ha avvertito un importante danno neurologico che le impedisce di camminare. Lei e i suoi legali sostengono che sia conseguente a un vaccino, nello specifico quello anti-Covid. Il Ministero della Salute, che in sede amministrativa aveva respinto la domanda di indennizzo, è stato condannato al riconoscimento del legame, in quanto sussistevano i requisiti.

Risarcimento danni da vaccino

Il risarcimento danni vaccino è possibile grazie alla Legge numero 210 del 1992. Essa riconosce ai cittadini il diritto a ricevere un equo indennizzo in caso di complicanze irreversibili cagionate da vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazioni di emoderivati.

La Corte costituzionale sostiene che lo Stato abbia il dovere di proteggere la salute pubblica come bene primario per i trattamenti sanitari obbligatori, come nel caso dei vaccini, per proteggere la collettività.

Il diritto al risarcimento danni da vaccino è garantito a coloro che hanno subito comprovate conseguenze sulla propria salute che non possono essere risolte (ovvero lesioni o disabilità permanenti), e ripristinato mediante quella che vuole essere un’equa indennità. Questo danno deve essere determinato da campagne di vaccinazioni obbligatorie, decise dalla legge o dall’autorità sanitaria italiana, o anche da quelle raccomandate dalle autorità statali.

Il risarcimento per i danni del vaccino deve essere richiesto tramite un’apposita domanda presentata dal soggetto leso, o da un suo delegato, all’Azienda Sanitaria del proprio territorio di residenza. L’ASL verifica con un’istruttoria se la documentazione presentata e i requisiti di legge sono stati rispettati, inviando una copia completa del fascicolo alla Commissione Medica Ospedaliera competente. Essa si occuperà di convocare una visita medica e di formulare un giudizio.

 

Fonti: Ansa, TgCom24 e Consumatore.it

Articolo di Noemi Barlocco per Nasce Cresce Ignora.

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