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Tragedia di caccia a Cuneo: ucciso un 46enne

di Redazione Network NCI

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Un’uscita di caccia si è trasformata in tragedia nelle campagne di Carrù, in provincia di Cuneo. Daniele Barolo, 46 anni, agricoltore e padre di due figlie, ha perso la vita dopo essere stato colpito accidentalmente da un colpo di fucile esploso da un compagno di battuta. L’uomo aveva appena avvistato un cinghiale nella boscaglia, ma la fucilata è finita contro l’amico, colpendolo al petto. I soccorritori del 118 e i carabinieri giunti sul posto non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. La salma è stata trasferita al cimitero di Carrù e l’arma sequestrata per le indagini.

Apertura di stagione segnata da incidenti

Cinghiale (@Pixabay)

L’incidente è avvenuto domenica mattina intorno alle dieci, in località Bordino. Barolo risiedeva a Rocca de’ Baldi, nella frazione di Carleveri, ed era ben conosciuto nella comunità. La sua morte ha sconvolto familiari e amici, mentre i carabinieri stanno ricostruendo l’esatta dinamica dell’accaduto. Nello stesso giorno, la stagione venatoria ha registrato un secondo episodio critico: nel Napoletano, un 39enne di Vico Equense è rimasto ferito al volto da alcuni pallini di fucile. Le ferite, non gravi, sono state giudicate guaribili in dieci giorni, ma l’episodio alimenta ulteriori preoccupazioni sulla sicurezza durante le battute di caccia.

Il dibattito sulla caccia e le richieste di stop

La tragedia di Carrù ha riacceso il dibattito sull’opportunità della caccia in Italia. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, ha ribadito la sua posizione contraria, definendo la caccia una pratica crudele, pericolosa e anacronistica. Secondo l’ex ministra, oltre a causare la morte di milioni di animali ogni anno, questa attività mette a rischio anche la vita delle persone, come dimostrano le statistiche sugli incidenti. La nuova stagione venatoria, iniziata con un morto e un ferito, riporta al centro dell’attenzione un tema che continua a dividere opinione pubblica, istituzioni e associazioni ambientaliste.

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Articolo di Biagi Linda

Fonte: TGCOM24

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