di Redazione Network NCI
Una vicenda scolastica di Lecce ha visto una dodicenne dell’Istituto comprensivo San Giuseppe di Copertino coinvolta in una battaglia legale per la promozione a scuola media.
La ragazza era stata inizialmente bocciata per via delle oltre novanta assenze accumulate nell’anno scolastico, causate da gravi problemi di salute. Gli insegnanti avevano ritenuto impossibile valutare correttamente il suo percorso formativo, segnalando che le poche prove disponibili erano parziali e insufficienti per un giudizio completo. La decisione, presa quasi in automatico dal consiglio di classe, non aveva però convinto i genitori, che hanno contestato ufficialmente la bocciatura.
La mobilitazione della famiglia e le criticità del procedimento

Bambini a scuola (@Shutterstock)
I genitori della studentessa hanno denunciato che la scuola non ha mai comunicato il rischio di bocciatura, nonostante le ripetute assenze della figlia. Hanno inoltre evidenziato che gli insegnanti non hanno considerato le valutazioni positive ottenute nei giorni di presenza e non hanno attenuato le eventuali insufficienze alla luce delle difficoltà sanitarie della bambina. Complessivamente, la ragazza ha mostrato un rendimento generalmente buono, comportamenti in classe adeguati e capacità di apprendimento dimostrata, elementi che rendevano ingiustificata la decisione di non ammetterla al terzo anno di scuola media.
Il pronunciamento del Tar e le implicazioni per la scuola
I giudici del Tar hanno accolto l’appello dei genitori e hanno sottolineato che il consiglio di classe deve motivare solidamente ogni bocciatura, basandosi su gravi carenze non recuperabili nel normale anno scolastico. La sentenza ha imposto al consiglio di riesaminare lo scrutinio e ha garantito alla studentessa il diritto di frequentare l’ultimo anno di scuola media. La decisione richiama le istituzioni scolastiche nel valutare attentamente le assenze legate a problemi di salute e a considerare l’intero percorso dello studente, evitando giudizi automatici che possano penalizzare ingiustamente i ragazzi.
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Articolo di Biagi Linda
Fonte: TGCOM24
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