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Giorgio Armani, l’uomo che ha vestito il mondo con stile italiano

di Redazione Network NCI

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Il mondo della moda è in lutto per la scomparsa di uno dei suoi pilastri. Giorgio Armani si è spento serenamente oggi, all’età di 91 anni, circondato dall’affetto dei suoi cari, lasciando un’enorme vuoto impossibile da colmare. Con infinito cordoglio, il Gruppo Armani annuncia la scomparsa del suo fondatore, l’instancabile motore di un impero costruito sull’eleganza e la coerenza. Con lui se ne va non solo un grande stilista, ma il visionario che ha portato nel mondo l’eleganza discreta del made in Italy.

Da Piacenza a Milano: Il romanzo di una vita

Giorgio Armani, nato a Piacenza l’11 luglio del 1934, sognava di fare il medico. Il destino, però, fortunatamente gli aveva riservato altro. Dopo aver abbandonato gli studi di medicina, approdò a Milano, la città che divenne la sua musa e quartier generale. Iniziò come vetrinista alla Rinascente, ruolo fondamentale che gli permise di sviluppare un occhio clinico per l’estetica. Qui affinò gusto e sensibilità, fino al 1964, quando arrivò la prima grande occasione: Nino Cerruti lo chiamò a disegnare per Hitman. Era l’inizio della leggenda.

Armani non seguì le regole; le riscrisse. Una delle sue opere più rivoluzionarie fu la giacca destrutturata. Negli anni ’80, sfidò la tradizione sartoriale inglese, eliminando le rigide contro fodere e copri risvolti per creare una silouette fluida, informale ma mai poco elegante. Un’operazione di “liberazione” del corpo che donava comfort senza mai sacrificare la classe. Un capo rivoluzionario che divenne infine l’icona del suo stile e il simbolo di un nuovo modo di concepire il potere.

Greige: Il colore di una filosofia

La sua palette era un manifesto di sobrietà. Spiccava il greige, la tonalità da lui ideata che unisce il calore del beige alla modernità del grigio. Era il colore della sabbia bagnata del fiume Trebbia della sua infanzia, un tono discreto e metropolitano che divenne la base perfetta per qualsiasi abbinamento. Il greige è stato più di un colore, un’espressione della sua filosofia: essenzialità, tranquillità e serenità infinita.

Il successo globale esplose con il cinema. La consacrazione arrivò con il film “American Gigolò” (1980) di Paul Schrader. Il guardaroba creato per Richard Gere (giacche destrutturate, pantaloni senza pences, camicie impeccabili) divenne il simbolo di un fascino nuovo e disinvolto. Da quel momento, vestì le più grandi star: da Leonardo DiCaprio a Cate Blanchett, da Julia Roberts a Anne Hathaway, regalando splendidi look da Oscar che esprimevano potenza e grazia, mai ostentazione.

Armani Donna: l’Eleganza che emancipa

Per la donna, Armani fu un liberatore. Le diede la giacca, i pantaloni e la camicia, “usando in modo femminile argomenti maschili“. Il suo concetto di eleganza non faceva rima con stravaganza, ma con autonomia e comfort. Vestì molte donne fortissime come Sophia Loren, Jodie Foster e Renée Zellweger, creando un’armatura di stile che esaltava la personalità senza sovrastarla. Uno stile che permetteva di “non farsi notare, ma di essere ricordati”.

L’eredità Immortale: Oltre la moda

L’eredità di Giorgio Armani va oltre gli abiti. È un impero che comprende profumi iconici come Acqua di Giò, occhiali, beauty e l’alta moda di Armani Privé. Ma, soprattutto, è un’eredità fatta di impegno, rispetto e attenzione per le persone, come lui stesso ha lasciato scritto: «Il segno che spero di lasciare è fatto di impegno, rispetto e attenzione per le persone e per la realtà. È da lì che tutto comincia». Con la sua scomparsa, si spegne una luce fondamentale, ma lo stile che ha creato, fatto di essenzialità e eleganza senza tempo, continuerà a illuminare il mondo per sempre.

Articolo scritto da Mariana De Carli

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Fonti utilizzate: Vogue, Il Corriere

CC: Vogue

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