di Redazione Network NCI
Un semplice raffreddore, soprattutto se contratto di recente, potrebbe rappresentare una protezione temporanea contro il Covid-19. È quanto emerge da una ricerca pubblicata sul Journal of Infectious Diseases, che ha analizzato i dati di oltre 4.100 persone seguite tra il 2020 e il 2021 nello studio HEROS. I ricercatori hanno osservato che chi aveva avuto un’infezione da rhinovirus — il principale responsabile dei raffreddori comuni — mostrava un rischio ridotto del 48% di ammalarsi di Covid nei trenta giorni successivi. Inoltre, nelle persone già contagiate dal SARS-CoV-2, un raffreddore recente si è associato a una carica virale mediamente dieci volte più bassa, quindi a sintomi più lievi.
Interferoni e risposta immunitaria potenziata

Covid (@Shutterstock)
Il meccanismo alla base di questo effetto protettivo sembra legato alla potente risposta immunitaria che i rhinovirus scatenano nelle vie respiratorie. Durante l’infezione, l’organismo produce interferoni, proteine antivirali che attivano un vero e proprio “stato di allerta” capace di frenare la replicazione di altri virus. L’analisi genetica dei tamponi nasali raccolti dai partecipanti ha mostrato che la minore carica virale di SARS-CoV-2 era associata all’attività di 24 geni coinvolti nella produzione di difese antivirali, 22 dei quali direttamente collegati a una recente infezione da rhinovirus. Questo suggerisce che i raffreddori frequenti possano temporaneamente rinforzare la barriera immunitaria naturale.
Perché i bambini sembrano più protetti
I dati hanno inoltre evidenziato che i bambini esprimevano livelli più elevati di geni antivirali rispetto agli adulti, risultando anche 2,2 volte più esposti alle infezioni da rhinovirus. Questa maggiore esposizione, insieme a una risposta immunitaria più attiva, potrebbe spiegare perché la popolazione pediatrica abbia manifestato nel complesso sintomi più lievi da Covid-19. L’idea che un virus possa interferire con la capacità di un altro di replicarsi apre prospettive interessanti: non si tratta di cercare intenzionalmente un raffreddore, ma di comprendere meglio questi meccanismi per sviluppare nuove strategie preventive, soprattutto a beneficio delle persone più vulnerabili.
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Articolo di Biagi Linda
Fonte: Focus
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