di Enrico Tiberio Romano
Una triste svista ha contribuito ad aumentare il dolore dei cari delle vittime del disastro di Air India, in cui il Boeing 787 partito da Ahmedabad e mai arrivato a Londra è precipitato. La denuncia partita dalle famiglie inglesi punta a fare chiarezza sull’operato delle autorità indiane, giudicato troppo poco trasparente.
Corpi scambiati tra le vittime di AirIndia
James Healy-Pratt avvocato che rappresenta 20 famiglie inglesi che hanno perso i propri cari nella tragedia, ha annunciato di aver intrapreso azioni legali in seguito a gravi errori nell’identificazione delle vittime. Nello schianto hanno perso la vita 241 passeggeri di cui 52 cittadini britannici e ci sarebbero stati gravi errori nell’identificazione rivelati dall’analisi di un medico legale britannico tramite il controllo del Dna.
Data l’importanza del caso probabilmente l’incidente sarà oggetto di discussione nell’incontro tra il Premier Starmer e Narendra Modi, omologo indiano. “Stiamo lavorando con il Regno Unito per risolvere il problema”: è quanto dichiarato dal Governo indiano al quotidiano britannico Daily Mail, che per primo ha diffuso la notizia dell’errore.
Dal canto suo il Governo di Londra ha chiarito che non era compito suo l’identificazione e si stringe attorno alle famiglie comprendendone l’ulteriore dolore. Il Daily Mail ha citato gli episodi di due famiglie che hanno parlato di un “tremendo pasticcio”. Come testimoniato a pochi minuti da una cerimonia funebre infatti la bara che riportava un nome una volta aperta è risultata contenere i resti di un altro passeggero mentre in un altro caso la bara è risultata contenere i resti di due persone diverse.
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