di Domenico Scala
La Casa di Carta è una serie televisiva che può piacere o non piacere, ma certo non si può negare che negli anni sia diventata un fenomeno mondiale. Talmente grande da coinvolgere perfino il calciatore Neymar nella terza stagione, in un cameo. Niente di male in questo ma, come sempre, esiste anche un’altra faccia della medaglia. Ed è strettamente collegata alle dinamiche trattate nel corso delle puntate.
La casa di carta “ispira” rapinatori di banche (?)
Lo scorso Settembre è avvenuto a Milano un episodio piuttosto spiacevole. Due uomini sono entrati in una banca e, con la minaccia di una pistola, hanno preso in ostaggio per circa trenta minuti dipendenti e clienti, portandosi via 320.000 euro. Poi si sono allontanati a bordo di un’auto condotta una donna, che li attendeva nelle immediate vicinanze. Uno dei due uomini e la donna in questione, insieme ad un altro complice, sono poi stati arrestati a Novembre per un’altra tentata rapina. Durante una perquisizione in casa gli investigatori hanno ritrovato 56 mila euro sotto le piastrelle del pavimento. E hanno sequestrato anche altri 40mila euro che la donna custodiva in una cassetta di sicurezza.
Quindi qual è il nesso tra questi episodi criminali e la serie tv di Netflix? Molto semplice! I rapinatori si chiamavano tra di loro “Professore” e “Helsinki”, proprio come due dei protagonisti del titolo di punta spagnolo. Per fortuna i due erano pregiudicati e, alla fine, tutti i membri di questa “banda” di emulatori sono stati assicurati alla Giustizia dagli investigatori della Squadra mobile di Torino.
Nel ricordarvi che proprio domani debutterà su Netflix l’ultima parte della quinta (e ultima) stagione de “La Casa de Papel”, forse è giusto fare una piccolissima riflessione; l’intento criminale non è certo attribuibile ad un prodotto televisivo, per quanto accattivante e di “ispirazione” esso possa essere.
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di Domenico Scala
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