di Redazione Network NCI
Gli ultimi sviluppi dell’inchiesta della Procura di Pavia rivelano il ritrovamento di un’impronta palmare, ritenuta compatibile con quella di Andrea Sempio, sul muro delle scale che conducono alla taverna della villetta di via Pascoli a Garlasco. La traccia si troverebbe vicino al punto in cui, il 13 agosto 2007, fu scoperto il corpo di Chiara Poggi. Come riferito da Ansa, l’impronta avrebbe dovuto essere al centro di un interrogatorio programmato, che però non si è mai tenuto: Sempio, infatti, ha evitato di comparire in procura appellandosi a una questione procedurale.
L’impronta sulla parete
Nel corso delle nuove indagini sul caso Garlasco, una consulenza dattiloscopica ha portato alla luce un dettaglio finora rimasto nell’ombra. Un’impronta, ritenuta compatibile con quella di Andrea Sempio, sarebbe stata individuata grazie all’impiego di tecnologie più evolute rispetto a quelle disponibili nel 2007. Sempio, amico stretto del fratello di Chiara Poggi e frequentatore abituale della casa di via Pascoli, è ora coinvolto nell’inchiesta come indagato. La traccia, repertata all’epoca dal Ris di Parma con il numero 33, a poca distanza dal punto in cui fu ritrovato il corpo della giovane.
Gli inquirenti nel 2020: “Quell’impronta appartiene all’assassino”
Nel 2020, i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano dichiararono che l’impronta trovata sulla parete delle scale di Garlasco appartenesse all’assassino. Originariamente giudicata inutilizzabile, la traccia, identificata come “contatto papillare numero 33”, è stata ora ricollegata ad Andrea Sempio grazie a nuove indagini. Nonostante nel 2020 fosse stata archiviata la seconda inchiesta su Sempio, i carabinieri avevano sottolineato che non erano stati effettuati esami biologici sulla traccia né comparazioni dattiloscopiche, a causa della mancanza di caratteristiche utili per l’analisi.
Articolo di: Adnane Hamilou
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