di Riccardo Rizzo
Questa notte è andata in onda la seconda puntata della Stagione 2 di The Last of Us. Through the Valley è un episodio cruciale non solo per questa stagione, ma anche per le altre necessarie a raccontare gli eventi di Part II. Chi ha giocato il videogioco sa. Per tutti gli altri, invece, scopriamo come HBO e Naughty Dog hanno gestito il turning point della storia.
The Last of Us: All Gone
Rispetto al primo episodio (di cui trovate la nostra recensione) e alla prima stagione, Through the Valley si prende qualche libertà in più nel narrare gli avvenimenti che danno avvio a The Last of Us Part II. Senza scendere troppo nei dettagli, Craig Mazin ha scelto di stravolgere un po’ le carte in tavola, eliminando per esempio la scena di Ellie e Dina nel rifugio di Eugene. Si tratta, invero, di un momento molto importante del videogioco, in cui si sancisce il rapporto tra le due. Sarà interessante dunque vedere se e come si evolverà la loro relazione nella serie televisiva, soprattutto dopo gli eventi del secondo episodio.
Un’altra piccola, ma sostanziale differenza, sta nella gestione dell’avvenimento chiave di Through the Valley, trasposto con (relativamente) meno violenza e brutalità. L’impatto emotivo è comunque devastante, ma chi ha giocato il videogioco potrebbe rimanere con un filo di amaro in bocca. In compenso è stato aggiunto un intero segmento dedicato all’assedio di Jackson, già preannunciato alla fine di Future Days. La cittadina resisterà all’orda di infetti o è destinata a cadere?
Il WLF
In Through the Valley vengono inoltre presentati alcuni membri del WLF, di cui vediamo brevemente la toppa su uno degli zaini del gruppo che si è rifugiato in uno chalet alle porte di Jackson. Il cast di Nora, Mel, Owen e Manny ci ha convinto. I personaggi mostrano fin da subito una certa profondità, anche se rispetto a The Last of Us Part II capiamo subito che non tutti nutrono la stessa sete di vendetta di Abby. Rispetto alla ragazza, che esplicita ancora una volta le motivazioni che l’hanno portata in Wyoming, gli altri sembrano meno propensi alla violenza e alla tortura. Sperano fino all’ultimo di convincere Abby a tornare indietro, a Seattle.
In conclusione, anche questo secondo episodio tutto sommato ci è piaciuto, anche se avremmo preferito una maggiore fedeltà al materiale originale, soprattutto vista l’importanza degli eventi raccontati. Viste queste modifiche sostanziali, ora siamo davvero curiosi di scoprire come Neil Druckmann e Craig Mazin hanno gestito la storia di Part II. Se c’è una cosa di cui siamo sicuri, però, è che a questo punto possiamo aspettarci davvero di tutto.
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