di Redazione NCI
Alla vigilia dell’8 marzo, giornata internazionale della donna, il consiglio dei ministri ha approvato il nuovo disegno di legge con il quale il femminicidio verrà considerato un reato autonomo a sé stante. Di seguito il quadro generale del DDL e i commenti dei politici direttamente coinvolti in questo passo avanti per la società, come riportato da TGCOM24.
Il reato di femminicidio in Italia
Da anni ormai in Italia (e nel mondo) il tema del femminicidio è sotto la lente d’ingrandimento. Secondo i numeri dell'”Osservatorio nazionale femminicidi-lesbicidi-transicidi“, solo nel 2024 sono state 114 le donne a perdere la vita, di cui 97 sono casi di omicidio. La terrificante media di circa 1 donna uccisa ogni 3 giorni non fa che confermare quanto questa piaga sia, purtroppo, all’ordine del giorno e, spesso, alla luce del giorno.
Proprio per questo motivo, da tempo ormai il paese gridava ad una riforma che permettesse di giudicare i reati rientranti in questa categoria in maniera specifica in termini di legge. Oggi 7 marzo 2025, l’Italia è finalmente arrivata a questo significativo traguardo. Il consiglio dei ministri ha infatti approvato il DDL che introduce il femminicidio come reato autonomo punibile con l’ergastolo, oltre che nuove norme per tutelare le donne vittime di violenza e stalking.
Meloni: “un importante risultato”
Tra le persone maggiormente coinvolte e orgogliose di questo traguardo figura sicuramente Giorgia Meloni, in qualità di donna, prima ancora che di premier. Il presidente del consiglio, infatti, dopo il via libera al DDL, ha così commentato:
“Il decreto prevede anche norme e aumenti di pena per i reati di violenza sessuale, stalking e revenge porn che abbiamo fortemente voluto per dare una sterzata a questa intollerabile piaga”. “Ringrazio i ministri […] che ci hanno permesso di raggiungere, alla vigilia della festa della donna, questo importante risultato”, conclude il premier.
Roccella e Nordio: “una svolta”
In prima fila a riconoscere l’importanza di questo passo avanti nel sistema giuridico italiano troviamo anche il ministro della famiglia e delle pari opportunità Eugenia Roccella e il ministro della giustizia Carlo Nordio. “Femminicidio è una parola che usiamo abitualmente ma fino ad ora non era mai entrata nel codice. E’ una novità dirompente […] anche sul piano culturale” commenta la prima. “L’aver costruito una fattispecie autonoma è una manifestazione potente di attenzione a questa problematica emersa in questi ultimi anni in maniera così dolorosa” sottolinea, invece, il secondo.
Articolo di Giorgio Cantone
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