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LO SAPEVI CHE? – Durante la Guerra Fredda un solo uomo… salvò tutto il mondo!

di Francesco Ferri

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La Guerra Fredda fu un periodo storico profondamente segnante per tutta la nostra storia contemporanea. Mai come durante quel periodo la nostra società e il mondo intero hanno rischiato di collassare sotto i fumi di una tremenda guerra nucleare. Per diverse volte il rischio è stato sfiorato, più o meno concretamente, basti pensare alla Crisi dei missili di Cuba del 1962. Proprio durante questo episodio, l’intensificarsi delle tensioni internazionali, ha portato il mondo sull’orlo del baratro. Ma questo evento fece tremare tutti quanti e venne alla luce fin dai suoi albori. C’è stato però un altro evento, sconosciuto ai più, durante il quale il mondo ha rischiato concretamente di finire in una spirale distruttiva che avrebbe potuto innescare la terza guerra mondiale.

L’allarme

La notte fra il 25 e il 26 settembre del 1983 il tenente e ingegnere sovietico di 44 anni Stanislav Petrov era di servizio presso una base militare situata a sud di Mosca. Il tenente aveva il compito di supervisionare l’attività del sistema di allerta sovietico programmato per rilevare l’eventuale lancio di missili nucleari da parte degli Stati Uniti. Proprio poco dopo la mezzanotte il sistema si mise in allarme. Da protocollo il tenente Petrov avrebbe dovuto segnalare la cosa ai suoi diretti superiori, così da poter procedere con il contrattacco.

Il dubbio

Il periodo in cui l’allarme si attivò era quanto mai strano. Dopo quasi un decennio di continua diminuzione delle tensioni fra le due superpotenze, da alcuni anni il conflitto era tornato ad una fase di più aperte ostilità. L’allerta era quindi massima. Ma Petrov decise di attendere ulteriori conferme prima di trasmettere l’allarme ai suoi superiori. Passò del tempo ma queste conferme non arrivarono: nel sistema c’era stato un malfunzionamento. Ciò aveva provocato un falso allarme che avrebbe potuto causare delle conseguenze devastanti. Se il tenente Petrov non si fosse fermato a riflettere, e non avesse deciso di attendere ad informare i suoi superiori dell’allarme, ci sarebbe stata la concreta possibilità che l’Unione Sovietica decidesse di contrattaccare immediatamente gli Stati Uniti. Questo senza aver verificato la possibilità di un malfunzionamento.

L’errore

Il sistema di allarme in questione si chiamava Oko: sviluppato a partire dagli anni ’70, era stato pensato come un programma di allerta precoce per poter contrattaccare i nemici. Il sistema era composto da diversi satelliti in orbita con dei radar capaci di rilevare i lanci di missili da determinati punti di osservazione. Il centro di controllo di questo sistema era situato in un bunker della base militare Serpukhov-15 vicino a Kurilovo, a sud di Mosca. Nel momento in cui scattò l’allarme, sugli schermi controllati da Petrov apparve la scritta “LANCIO”. Questa segnalava il lancio di un missile balistico intercontinentale, e di altri quattro in rapida successione, da una base militare situata a Malmstrom, in Montana. Nonostante l’iniziale allarme, subito lo scetticismo prevalse anche grazie al dubbio che sembrassero poche armi per poter compiere il primo attacco di un conflitto nucleare destinato a devastare il globo. Inoltre Petrov aveva contribuito in prima persona a sviluppare il software del sistema di allarme Oko, per cui era ben conscio della possibilità che si verificassero errori e malfunzionameni.

La decisione

Trent’anni dopo l’episodio, Petrov raccontò la sua versione dei fatti alla BBC e disse che per qualche ragione non seppe spiegarsi perché non si sentì di avvisare i suoi superiori. Non erano presenti delle regole formali sui tempi in cui farlo, ma era ovvio che nel caso di un attacco immediato fosse necessario prendere decisioni rapide. “Tutto quello che dovevo fare era prendere il telefono per attivare la linea diretta con i nostri comandanti superiori, ma non potevo muovermi. Mi sentivo come se fossi seduto su una padella bollente“. Secondo le ricostruzioni pare che Petrov provò subito a riavviare il sistema e dopo qualche minuto l’allarme smise di suonare. Nessun altro radar sovietico a terra segnalava alcun missile in arrivo. Venti minuti dopo si ebbe la conferma definitiva che nessun missile era stato lanciato contro l’Unione Sovietica. Stanislav Petrov aveva preso la decisione giusta.

“L’uomo che salvò il mondo”

L’evento accaduto quella notte passò alla storia come “L’incidente dell’equinozio d’autunno“. Stanislav Petrov, proprio grazie alla sua cautela e alla sua riflessione, venne ricordato talvolta come “L’uomo che salvò il mondo“. Grazie alla sua tempestiva decisione, nonostante i dubbi e le riflessioni è riuscito, inconsapevolmente, a salvare tutti quanti. Inizialmente le autorità sovietiche lodarono Petrov per come gestì la situazione ma in seguito le cose cambiarono. Il tenente subì degli approfonditi interrogatori da parte delle autorità sovietiche. Non venne mai completamente accettata la legittimità delle sue decisioni e di conseguenza non ottenne mai il riconoscimento per aver evitato lo scoppio di un conflitto nucleare.

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