di Redazione NCI
Sin dal suo primo debutto nella società, l’Intelligenza Artificiale ha fatto parlare negativamente di sé, in particolare se legata al concetto di arte. Sono innumerevoli i casi in cui gli artisti si sono ribellati e hanno cercato di boicottare l’uso dell’AI nei progetti. E dato che il cinema viene anche chiamato “la settima arte”, era logico che prima o poi anche questa categoria sarebbe incappata in questa tortuosa questione.
Intelligenza Artificiale al cinema: i casi più recenti
Recentemente, un articolo di Variety ha svelato che per una produzione con Sylvester Stallone come protagonista avrebbe usato l’Intelligenza Artificiale per replicare la voce del doppiatore francese dell’attore. Questo ha scatenato una risposta immediata e decisa, soprattutto visto che il doppiatore non aveva dato i diritti di usare la sua voce dall’AI, prima della sua morte. La figlia del doppiatore, inoltre, ha annunciato che non aveva dato il permesso di usare la voce del padre nella versione finale, ma aveva dato il permesso di provare ad usare il programma per una “versione di prova”.
Questo è solo l’ultimo caso recente che ha fomentato il crescente odio nei confronti dell’Intelligenza Artificiale. Nel film The Brutalist, acclamato dalla critica e con 10 candidature agli Oscar, è stata usata per migliorare l’interpretazione degli attori quando parlano in ungherese, rendendo le loro pronunce più “naturali”. O ancora, nei poster per il prossimo film sui Fantastici 4, sono in molti a ritenere che sia stata usata l’AI, nonostante Marvel neghi categoricamente il suo utilizzo.
Tutti questi avvenimenti fanno emergere un interrogativo: è sempre sbagliato, usare l’AI nei film? Naturalmente, con questo non si intende dire che si può sostituire interamente un attore con l’AI o che si può creare ogni location di una pellicola con l’Intelligenza Artificiale. Tuttavia, non tutti i casi sono così estremi o categorici. Ad esempio, nel caso di The Brutalist, questa non è andata a stravolgere l’interpretazione degli attori o a sostituirsi ad essa. Bensì è stata usata per migliorare la performance, allo scopo di naturalizzare le pronunce durante qualche dialogo.
Intelligenza Artificiale: strumento o sostituto?
Per quanto sbagliato sia sostituire interamente un lavoro di una persona con l’AI, è allo stesso modo sbagliato fare di tutta l’erba un fascio. L’Intelligenza Artificiale deve essere riconosciuta come uno strumento che può aiutare durante la realizzazione di una pellicola. Il cinema può beneficiare dall’aggiunta di questo strumento al suo repertorio e non solo i blockbusters.
Basti ad esempio pensare anche alle piccole produzioni, o ai film indie. L’AI può sopperire ad alcune mancanze che potrebbero derivare da un budget molto moderato, ovviamente senza abusare dello strumento. Un esempio simile è quello della tecnologia 3D: all’uscita, in molti pensavano che avrebbe eliminato i film in 2D, relegandoli al dimenticatoio. Adesso, viene utilizzata unicamente quando beneficia all’opera, e non come mezzo per convincere il pubblico ad andare al cinema da parte dei produttori. La stessa cosa potrebbe succedere all’AI. Un suo abuso, se mai vi arrivassimo, sarebbe probabilmente seguito da una reazione del pubblico. Questa reazione potrebbe portare ad un ritorno ad una situazione più bilanciata, in cui l’AI viene usata unicamente come mezzo per migliorare un film.
In definitiva, l’abuso del software potrebbe sicuramente rappresentare un problema per il cinema, ma la sua moderazione potrebbe invece costituire un possibile miglioramento per la settima arte. L’importante è riconoscere quali sono i casi in cui viene usata per servire l’arte, e quando viene usata per servire il portafoglio degli investitori.
Qual è la vostra opinione in merito? Vi vengono in mente casi in cui l’AI può essere un beneficio per il cinema dal punto di vista artistico? Fatecelo sapere. Per non perdervi aggiornamenti, curiosità e approfondimenti sul mondo del cinema, continuate a seguirci su Nasce, Cresce, Streamma.
Articolo di Lorenzo Giorgi
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