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Vita extraterrestre: secondo uno studio non ci sarebbe bisogno dei pianeti per averla

di Enrico Tiberio Romano

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La vita senza “l’uso” di un pianeta è un concetto davvero strano per i nostri canoni, ma è l’ipotesi lanciata da un nuovo interessante studio circa le possibilità di sviluppo della vita extraterrestre.

La vita senza Terra: ecco come

Un planetologo e un astrobiologo, rispettivamente dell’Università di Harvard e dell’Università di Edimburgo, in uno studio pubblicato sulla rivista Astrobiology, aprono a uno scenario a cui pochissimi avevano pensato per la ricerca della vita extraterrestre. Secondo gli esperti infatti, alcuni organismi e forme di vita sarebbero in grado di mantenere le giuste condizioni di temperatura, pressione e umidità necessarie alla loro sopravvivenza anche nello spazio profondo.

La tesi pertanto è che l’ambiente planetario non sia strettamente necessario all’esistenza di qualcosa come batteri. Alcune strutture e barriere biologiche osservabili anche sul Pianeta Terra infatti potrebbero imitare le condizioni planetarie e permettere la vita.

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Spazio (@Shutterstock)

Cianobatteri, alghe e formiche del Sahara sono alcuni esempi di come la natura si protegga dalla luce ultravioletta consentendo però alla luce di passare e innescare la fotosintesi. Simili barriere si legge nello studio: “possono consentire condizioni abitabili tra 1 e 5 unità astronomiche nel Sistema solare”, dove un’unità astronomica rappresenta la distanza media tra Terra e Sole (pari a circa 149 milioni di chilometri).

Un sistema completamente autonomo in grado di rigenerarsi e crescere non è apparentemente proibito da alcun vincolo fisico o chimico ed è quindi interessante da considerare un po’ più a fondo. Poiché l’evoluzione della vita altrove potrebbe aver seguito percorsi molto diversi da quelli sulla Terra, gli habitat viventi potrebbero esistere anche al di fuori degli ambienti abitabili tradizionali attorno ad altre stelle, dove avrebbero biosegnali insoliti ma potenzialmente rilevabili” concludono.

 

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