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La guerra dei Rohirrim, la recensione: la nascita del Fosso di Helm

di Riccardo Rizzo

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Il Signore degli Anelli: La guerra dei Rohirrim, in arrivo nelle sale italiane il 1 gennaio 2025, è un particolare esperimento diretto da Kenji Kamiyama e prodotto, tra gli altri, da Peter Jackson e Philippa Boyens. Ambientato due secoli prima della trilogia dell’Anello, la pellicola racconta, tramite l’animazione giapponese, il conflitto per Rohan e la nascita del Fosso di Helm.

Il film parte di fatto dalla mitologia di J.R.R. Tolkien, espandendola e dando maggiore spazio e caratterizzazione a personaggi e a storie originariamente concepiti come secondari. Kamiyama e la sua squadra saranno riusciti nell’impresa di dare giustizia ai protagonisti del racconto rimanendo comunque fedeli alla storia di Arda?

La guerra per Rohan

183 anni prima del viaggio della Compagnia dell’Anello verso il Monte Fato, un’altra grande storia della Terra di Mezzo è degna di essere raccontata. A Rohan vige una pace instabile e precaria, messa in discussione dalla smania di potere di Freca e dei suoi dunlundiani.

Arrivati a Edoras, gli uomini di Dunland si scontrano con la casata di Helm Hammerhand, contrario al matrimonio tra sua figlia Héra e Wulf, figlio di Freca. La situazione presto degenera, con i dunludiani che si ritirano bramando vendetta e sangue. È così che inizia la guerra per Rohan, che porta la stirpe di Hammerhand a rifugiarsi nella fortezza di Aglarond, che presto diventerà nota come Fosso di Helm.

La protagonista è Héra, che invero nei racconti di Tolkien trova poco spazio. Nei testi scritti la figlia del nono Re di Rohan, nonostante sia già la causa scatenante della guerra dei Rohirrim, non ha nemmeno un nome. È proprio questo ad aver attratto la produzione, con la produttrice Philippa Boyens che in fase di presentazione ha affermato che “sappiamo che Helm ha una figlia e sappiamo che lei ha avuto un ruolo centrale nel conflitto che si è verificato. Io e la sceneggiatrice Phoebe Gittins eravamo attratte da lei. Potevamo sentire il peso di essere quella figlia senza nome, che ha immediatamente suscitato il nostro interesse: chi era? Come viveva?”. La doppiatrice inglese Gaia Wise l’ha paragonata a un altro iconico personaggio degli anime, Nauisicaä, direttamente dalla filmografia di Hayao Miyazaki.

Ne La guerra dei Rohirrim Héra viene rappresentata come una donna forte e avventuriera. Uno spirito libero, una “selvaggia”, come la chiamano alcuni. Nel suo complesso è sicuramente affascinante, soprattutto perché ci è piaciuta l’idea di approfondire un personaggio poco noto nella mitologia di Tolkien, ma a conti fatti risulta un po’ banale e poco originale. Héra è un’eroina senza macchia, che sa quasi di già visto.

Lo stesso vale per Wulf, l’altro protagonista della storia, di cui avremmo voluto sapere di più sul suo percorso di vendetta che lo ha portato a dichiarare guerra a Rohan. Ci hanno convinto invece gli altri personaggi, Helm Hammerhand e il generale di Dunland su tutti, più approfonditi e con uno sviluppo più marcato nel corso della narrazione.

La nascita del Fosso di Helm

Narrazione che, nelle circa due ore e un quarto che portano ai titoli di coda, alterna sapientemente momenti più narrativi con imponenti battaglie campali. Sono queste scene il vero fiore all’occhiello della produzione, con una direzione artistica sublime. A questa si uniscono poi la regia, capace di trasmettere le tensioni e i drammi di una guerra totale, e le musiche, che riprendono egregiamente quelle delle due trilogie cinematografiche.

Più incerto invece il comparto delle animazioni, che non riesce sempre a bilanciare la qualità degli scenari con i movimenti dei personaggi. Menzione d’onore, infine, per alcune piccole sorprese per i fan più accaniti dell’universo de Il Signore degli Anelli, che nel finale sapranno lasciarvi più di un sorriso.

La guerra dei Rohirrim, insomma, ci è piaciuto. Al netto di una protagonista che non ci ha convinto a pieno, l’opera diretta da Kamiyama scorre bene, e racconta un’importante pagina di storia della Terra di Mezzo. La scelta di sfruttare l’animazione, poi, rende il racconto fresco e originale, con una nuova prospettiva rispetto ai racconti scritti e alle produzione in live-action.

PRO

  • Ritmi della narrazione
  • Direzione artistica
  • Imponenti battaglie campali
  • Musiche
  • Regia

CONTRO

  • I due protagonisti sono meno convincenti rispetto al resto del cast
  • Qualità dell’animazione altalenante

VOTO: 7

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