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Da stella a esubero: la parabola discendente di Federico Chiesa

di Gianluca Scognamiglio

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Mancano pochi giorni alla fine del calciomercato e Federico Chiesa è ai margini del progetto della Juventus. L’intenzione della società bianconera è chiara: il calciatore dev’essere ceduto per evitare di perderlo a parametro zero nel 2025. In poco più di tre anni il classe ’97 è passato dall’essere uno dei calciatori più in vista del panorama europeo a un semplice esubero: cosa non ha funzionato? Analizziamo la parabola discendente di uno dei talenti più puri del nostro calcio.

La situazione di Chiesa

Non devono essere giorni facili per Federico Chiesa. L’attaccante della Juventus, infatti, è stato messo alla porta senza troppi scrupoli da parte della dirigenza bianconera. Anche il nuovo allenatore, Thiago Motta, ha spiegato come l’ex Fiorentina di fatto sia fuori dal suo progetto. A una settimana dalla fine del mercato però il futuro di Chiesa è ancora del tutto incerto, con la sua prossima squadra ancora da definire e tanti dubbi sulla sua recente gestione.

Al termine di una stagione non esaltante (e un Campionato Europeo piuttosto deludente, così come il resto della Nazionale) l’appetibilità del calciatore è decisamente diminuita. Rispetto a tre anni fa, dopo la fine degli Europei vinti dall’Italia, c’è una differenza abissale: Chiesa è passato dall’essere una stella pronta a prendersi la scena a livello mondiale a un “esubero” come tanti altri. La fortuna non gli ha dato una mano: i tanti infortuni, uno importante al ginocchio, e una posizione in campo difficile da decifrare con Allegri non hanno aiutato il suo percorso verso il gotha del calcio.

L’infortunio al ginocchio e una stabilità mai ritrovata

Nel gennaio 2022, sei mesi dopo lo storico trionfo ai Campionati Europei, Federico Chiesa ha riportato un gravissimo infortunio al ginocchio sinistro: la rottura del legamento crociato anteriore. Dopo l’intervento del 23 gennaio, l’attaccante bianconero avrebbe dovuto recuperare in circa sette mesi. Tuttavia la riabilitazione e il successivo reintegro in rosa si sono rivelati più lenti del previsto: il rientro in campo di Chiesa è avvenuto soltanto a novembre.

Nelle settimane e nei mesi successivi, in realtà, il n°7 bianconero non ritrovò mai la titolarità fissa, disputando solo sei gare dal primo minuto nel corso degli ultimi sei mesi di campionato. Inoltre nello scacchiere tattico di Allegri il suo ruolo era di difficile definizione: poco incisivo sia da seconda punta che da esterno, Chiesa ha man mano perso importanza nella Juventus, finendo ai margini della rosa bianconera.

Massimiliano Allegri (@Shutterstock)

L’ultima stagione di Chiesa: una discesa continua

All’inizio della passata stagione per la verità Federico Chiesa sembrava aver ritrovato la condizione migliore. Nelle prime cinque giornate di campionato, infatti, il classe ’97 aveva segnato per ben quattro volte, prendendosi sulle spalle l’attacco bianconero. Nelle trenta partite successive in Serie A però sono arrivate solo tre marcature, prima dei due gol contro Bologna e Monza nelle ultime due giornate, prive di qualsiasi importanza in termini di classifica.

In particolare anche nel momento di maggior difficoltà per la Vecchia Signora, all’inizio del 2024, Chiesa non è riuscito a imporsi, giocando raramente più di 60 minuti a partita. Il suo mancato apporto, insieme a quello degli altri attaccanti, ha contribuito alla repentina uscita dei bianconeri dalla lotta per lo Scudetto tra febbraio e marzo. L’estate, tra Europei e mercato, non ha di certo portato buone notizie: costretto ad accettare una nuova sistemazione, Chiesa sembra destinato a lasciare l’Italia, magari in direzione Barcellona.

Tuttavia i tempi e i modi con cui questa cessione potrebbe avvenire lasciano l’amaro in bocca per uno dei più puri talenti italiani degli ultimi anni: dalla stella del 2021 al giocatore “di troppo” del 2024, una parabola discendente davvero inaspettata. La realtà però ci dice che Chiesa non ha ancora compiuto 27 anni e, in un nuovo contesto, ha ancora tutte le carte in regola per riprendersi quello che la sfortuna gli ha tolto nell’ultimo triennio. Chissà che il meglio della sua carriera debba ancora arrivare…

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