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Calcio: dalla Serie C all’Eredivisie, la storia di Gabriele Parlanti

di Cristian Castellini

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Immaginate di essere un giovane ventenne, classe 2004, che vive di calcio. Nascere in una cittadina, Sestri Levante (GE), e riuscire dopo tanta gavetta nei settori giovanili a essere determinante nella promozione della squadra di casa tua dalla Serie D alla Serie C. Riuscire a difendere insieme ai tuoi compagni la permanenza nella categoria nella stagione successiva, sapendo che la Triestina ha acquistato il tuo cartellino e che presto lascerai la tua terra. Immaginate di trovarvi, dopo una grande stagione con il Sestri Levante, a essere un acquisto del Feyenoord, una delle società più importanti dei Paesi Bassi e d’Europa, che ha in mente un progetto per te. Non è fantascienza, bensì la storia degli ultimi giorni di Gabriele Parlanti.

Il lavoro del Feyenoord sui giovani

Feyenoord (@Shutterstock)

Gabriele Parlanti è stato acquistato per 1.2 milioni di euro dal Feyenoord, una cifra importante per un ragazzo che ha militato in Serie D e Serie C. Il club olandese crede moltissimo nel giovane italiano, tanto da aver già cucito un progetto su misura per lui. Parlanti verrà immediatamente ceduto in prestito per questa stagione al Dordrecht, club di seconda divisione, in maniera da poter imparare la lingua e le dinamiche del calcio olandese. Inevitabilmente le prossime stagioni prevederanno una graduale integrazione in quel di Rotterdam, e chissà se lo vedremo affrontare qualche squadra italiana nelle competizioni europee…

Scouting

Questa storia però ci dice parecchie cose. Innanzitutto come i club europei basino il proprio operato su un accurato scouting, sia verso i prospetti che verso i campionati minori. Qualcosa che le grandi società italiane, evidentemente, non fanno. Sono sempre di più i giovani del nostro Paese che vengono prelevati da squadre straniere, dimostrando come i club di Serie A siano poco attenti al futuro. Con le dovute eccezioni, naturalmente. Di certo avere delle finanze sane aiuta a puntare su scommesse, e poche squadre italiane le hanno, ma forse servirebbe più lungimiranza. Ma soprattutto più attenzione verso giovani come Gabriele Parlanti e altri.

Fuga dei giovani dal calcio italiano

Casadei (@Shutterstock)

Si può parlare proprio di questo. Contemporaneamente alla “fuga dei cervelli” dal nostro Paese, anche gli sportivi iniziano a rivolgersi all’estero. I settori giovanili in Italia costano inverosimilmente, a partire dai pulcini, e chi riesce a permettersi la scuola calcio viene catapultato in una realtà competitiva in cui l’imperativo è vincere, non crescere. E in questo mondo sono davvero pochi i ragazzi che emergono, e soprattutto sono pochi quelli che vengono notati dalle grandi società italiane, spesso anticipate da quelle straniere. Sono tanti anche i giovani che scelgono spontaneamente di andare via, basti pensare a Willy Gnonto, Filippo Mane e molti altri. Altrettanti sono quelli ceduti per fare “plusvalenza”, come per esempio Cesare Casadei.

Il progetto per il futuro del calcio italiano, quindi, è affidato ai club stranieri. Il nostro movimento sportivo non riesce, per dinamiche interne sbagliate, a far crescere i suoi talenti. E la situazione non accenna a migliorare. I giovani sono esortati persino dal ct della Nazionale a raggiungere l’estero, dove gli sarebbe garantito più minutaggio. Insomma, si prospettano periodi foschi per il calcio italiano…

Fonte: Genova24.it

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