di Enrico Tiberio Romano
A Palermo una ragazza è dovuta scappare di casa e rifugiarsi a scuola per rivendicare il suo diritto allo studio, di cui i genitori per motivi religiosi volevano privarla.
In provincia di Palermo genitori la privano del diritto allo studio e lei li denuncia
Una ragazza iscritta all’ultimo anno delle scuole superiori si è trovata costretta a scappare di casa perché i genitori le volevano impedire di completare il suo percorso a causa di alcuni precetti islamici. A raccontare la storia della giovane coraggiosa è il Giornale di Sicilia che spiega come a maggio questa studentessa sia scappata per poter sostenere la maturità ma il giorno della prima prova scritta il padre e la madre si sono presentati nell’istituto per proibirle di sostenere l’esame.
Rifugiatasi nell’ufficio del Preside così la ragazza ha deciso di chiamare i carabinieri e denunciare un passato di violenze e vessazioni da parte dei suoi familiari, iniziate ancor prima del compimento di 14 anni. Sembra infatti che le sia stato imposto di osservare attentamente, per anni, le severe regole dell’Islam più estremo, per cui andrebbe impedito alle donne di istruirsi, malgrado la voglia di emanciparsi della ragazza.
In seguito alla denuncia si è subito mobilitato il sistema di tutela nei confronti della studentessa che è oggi in una struttura protetta e ai genitori imposto il divieto di avvicinarsi garantito dal braccialetto elettronico.
Dall’intera vicenda emergono importanti elementi di discussione a partire dalla voglia di istruzione e della libertà che essa garantisce da parte di una giovane in provincia da Palermo in un momento in cui in moltissimi suoi coetanei predicano disprezzo verso qualunque cosa richieda più attenzione di un contenuto sui Social. Da sottolineare inoltre l’ennesimo esempio della difficoltà di integrare alcuni precetti religiosi al modello di società occidentale.
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