di Enrico Tiberio Romano
La storia di Satnam, il bracciante di origini indiane morto in seguito ad un incidente sul lavoro e abbandonato in stradan, ha indignato l’opinione pubblica ed è stata al centro delle cronache nell’ultimo mese. La nuova svolta nella vicenda è il primo arresto legato alla tragica ed evitabile scomparsa dell’uomo.
Arrestato il datore di lavoro di Satnam
La Procura di Latina attraverso i suoi canali ha annunciato: “Sulla scorta delle risultanze della consulenza medico legale la Procura ha variato l’ipotesi di reato inizialmente configurata (omicidio colposo) ed ha contestato il reato di omicidio doloso con dolo eventuale. La consulenza medico legale ha accertato che ove l’indiano, deceduto per la copiosa perdita di sangue, fosse stato tempestivamente soccorso, si sarebbe con ogni probabilità salvato”.
Per la sua condotta dunque è stato arrestato nella giornata di oggi il datore di lavoro del bracciante, Antonello Lovato. Lo stesso gip di Latina Giuseppe Molfese nell’ordinanza cautelare ha sottolineato la barbarie di questo comportamento. Come riporta ANSA Molfese ha scritto: “Prescindendo da valutazioni etiche (irrilevanti per il diritto penale) che pure si imporrebbero a fronte di una condotta disumana e lesiva dei più basilari valori di solidarietà, non può sottacersi che l’indagato si è intenzionalmente e volontariamente disinteressato delle probabili conseguenze del suo agire”.
Sul nostro sito abbiamo riportato da subito la vicenda, che è parsa subito gravissima ma per cui purtroppo nessuno si è stupito. Le condizioni di moltissimi lavoratori del settore agricolo, si sa, sono critiche ed il bracciantato e la precarietà sono all’ordine del giorno.
Gurmuk Singh, presidente della comunità indiana del Lazio ha commentato così: “La cosa più brutta che ha fatto è stata quella di lasciarlo davanti alla sua abitazione invece di portarlo all’ospedale. Un incidente può capitare, ma non chiamare i soccorsi è inammissibile”.
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