di Lorenzo Peratoner
Sulla falsa riga del ticket d’ingresso per accedere a Venezia, presto anche le Dolomiti bellunesi potrebbero emulare questo modello, vincolando i turisti a pagare una tassa d’accesso valida per tutta la zona Dolomiti Unesco.
Dolomiti bellunesi: un’opportunità per finanziare il territorio?
A ventilare questa proposta è stato il Presidente degli albergatori bellunesi, Walter De Cassan, il quale, in occasione della 74esima assemblea nazionale di Federalberghi, ha affermato:
“Qui si guarda alla questione del ticket d’ingresso a Venezia e potrebbe non essere una cattiva idea. Per entrare negli immensi parchi americani si paga una tassa, e si potrebbe istituirne una in tutta la zona Dolomiti Unesco, magari anche soltanto di un euro, i cui proventi vadano a finanziare la mobilità, la promozione e tutta una serie di iniziative volte a valorizzare questo territorio”.
Si tratta di una misura che potrebbe solcare l’onda della stagione estiva, per cui le prenotazioni sembrano piuttosto promettenti; la maggior parte delle strutture turistiche alberghiere, infatti, sta per aprire le porte per far fronte all’alta affluenza di turisti prevista.
Le altre criticità del settore alberghiero
Nel corso dell’assemblea nazionale, tuttavia, sono emerse diverse altre criticità, concernenti in particolare la difficoltà nel reperimento del personale e l’annosa della questione della tassa di soggiorno, per cui le strutture ricettive sarebbero l’unico punto di esazione dell’imposta; questione quest’ultima giudicata “iniqua” da Federalberghi.
L’altra questione sollevata dall’associazione è relativa alla presunta “concorrenza sleale” che si scatenerebbe con il comparto extralberghiero; quest’ultimo, infatti, sarebbe avvantaggiato da regolamenti diversi e tassazioni minori, decretando un’affluenza più elevata presso queste strutture. Continua De Cassan:
“Abbiamo ancora quel mezzo vuoto legislativo: la legge nazionale ancora non regolamenta a livello di locazioni brevi (ma dovrebbe entrare in vigore a settembre). È una concorrenza sleale perché si agisce sullo stesso mercato ma con regolamentazioni diverse e tassazioni maggiori rispetto agli affittacamere, che non devono pagare Siae, canone Rai e una serie di iniquità su tutti i livelli e siamo soggetti a maggiori controlli”.
Fonti: Il Gazzettino
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