di Matteo Cividini
Nel Regno Unito, è stata condotta un’inchiesta che ha portato alla luce come il servizio sanitario abbia esposto migliaia di pazienti a infezioni mortali. Circa 3mila sarebbero le persone coinvolte, come riporta TGCom24.
Scandalo sangue infetto nel Regno Unito, le autorità ne erano a conoscenza
Tanti pazienti colpiti erano affetti da una patologia che attacca il sangue e non gli permette di coagulare in maniera corretta, l’emofilia. Durante gli anni ’70 in Gran Bretagna iniziarono ad utilizzare una trattamento proveniente dagli Stati Uniti. Veniva però utilizzato del plasma rintracciato da dei donatori ad alto rischio, come per esempio i detenuti. Il loro plasma veniva mischiato con quelli degli altri donatori, ma la presenza di anche solo un donatore infetto rendeva tutto il lotto compromesso e di conseguenza pericoloso.
Ad essere state loro malgrado protagoniste di questa vicenda circa 1250 persone, tutte affette da problemi emorragici. Queste persone sono successivamente state colpite da HIV proprio a causa del sangue infetto utilizzato per i trattamenti. Tre quarti sono poi decedute. Numerosi anche i casi di epatite C cronica, circa 5mila. Mentre altre 26800 persone l’hanno presa dopo aver ricevuto trasfusioni a seguito di eventi come un parto oppure un incidente.
È poi emerso come siano stati compiuti dei tentativi per fare in modo che lo scandalo venisse nascosto; a distruggere i documenti sarebbero stati dei funzionari governativi. Viene sottolineato come questo caso non sia stato un incidente, ma si sia verificato perché le autorità competenti non hanno messo al primo posto la sicurezza di quelli che erano i pazienti. Secondo il rapporto, moltissimi decessi si sarebbero potuti evitare semplicemente con dei provvedimenti riguardo i rischi delle trasfusioni.
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