di Lorenzo Peratoner

Uno dei luoghi simbolo delle città lungo la seconda metà del Novecento era la cabina telefonica; uno spazio chiuso, stretto, che in qualche modo fungeva da guscio protettivo, in un’epoca in cui gli smartphone avrebbero iniziato a fare capolino dopo diversi decenni. Dopotutto, la sua funzione era ben espressa da uno slogan pubblicitario della SIP: “Non sei mai solo quando sei vicino a un telefono“; ma nell’epoca dei messaggi istantanei e delle videochiamate, quale nuovo ruolo affidare alle cabine? La TIM, nel corso dell’Italian Tech Week, ha illustrato al pubblico un innovativo riutilizzo, molto più al passo con i tempi, di questi luoghi pubblici altrimenti destinati all’oblio.

TIM: dallo smantellamento alla nuova vita delle cabine

Solamente qualche mese fa, la TIM aveva deciso di accelerare il processo di smantellamento delle oltre 15mila cabine telefoniche ancora in uso in tutta Italia, che dovrebbe terminare entro la fine del 2023. Il vuoto lasciato da questi luoghi, che presto diventeranno storia, verrà tuttavia colmato, almeno in parte, dall’installazione di 2.000 postazioni digitali, a partire da piazza San Babila di Milano, dove, nel 1952, la città inaugurò la prima cabina telefonica in Italia.

A partire dal capoluogo lombardo, quindi, che ospiterà 450 nuove “cabine”, altre 13 città italiane, tra le più importanti, installeranno numerosi esemplari di questi nuovi sportelli tecnologici, realizzati in collaborazione con Urban Vision.

Una panoramica sulle principali funzioni

Schermo touchscreen, infopoint, chiamate gratuite, assistenza e molto altro è stato annunciato dal CEO di TIM, Pietro Labriola, durante la Italian Tech Week. Questi nuovi “totem” tuttofare si basano principalmente sull’offerta di infotainment, quindi, anche in accordo con il comune in cui si installa la cabina, si potranno consultare diverse informazioni sui principali centri di interesse, tanto turistici quanto di svago. Si prevede, inoltre, la possibilità di effettuare pagamenti digitali, ricaricare il proprio cellulare, chiamare in maniera gratuita qualunque numero, consultare il meteo e il livello di inquinamento dell’area circostante.

Un’opzione molto interessante, attivabile mediante un pulsante apposito, è soprannominata “Women+“, la quale un servizio di sicurezza e assistenza per tutte quelle donne che temono di essere in pericolo. Il suo funzionamento prevede l’utilizzo di una telecamera, montata all’interno della cabina, e l’immediato contatto con qualcuno che possa assistere la donna; si tratta di una misura che Labriola ha affermato di voler estendere a ogni centro fisico della TIM.

Un business improntato sulla pubblicità

Nel corso dell’intervista, il CEO ha toccato anche il tema economico, affermando che il modello di business di queste cabine è totalmente improntato sulle pubblicità; in maniera periodica, mentre si consulta il “totem”, comparirà infatti un annuncio pubblicitario profilato. Il processo di profilazione, stando alle parole di Labriola, avverrebbe grazie alla “mappatura” offerta dal cellulare del singolo individuo, così da apprendere alcune informazioni basilari che potrebbero tradursi in pubblicità specifiche sul target.

Così ha commentato Labriola questa novità:

“Con questo progetto trasformiamo la cabina tradizionale, nata negli anni ’50, in uno sportello multiservizi di nuova generazione che contribuirà a rendere le nostre città più sostenibili. Abbiamo così colto l’opportunità di dare una seconda vita ad una parte del nostro patrimonio, ormai superato dalle nostre abitudini, per farlo evolvere e diventare anche un importante presidio di sicurezza per le donne in situazioni di pericolo”.

Per chi volesse vedere il prototipo delle cabine di nuova generazione, è possibile consultare la video-intervista di Labriola durante la Italian Tech Week, pubblicata da Repubblica; tuttavia la TIM non ha ancora rivelato una data precisa di installazione di queste nuove cabine.

Fonti: Repubblica, Open

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