di Giorgio Capoccello
La notizia in questione ha del clamoroso. Secondo quanto riportato dalla CNN, mercoledì scorso sarebbe stata battuta all’asta una borsa in stile Louis Vuitton alla modica cifra di 63mila dollari. Fino a questo punto, seppur si parli di cifre spropositate, non ci sarebbe tanto di cui stupirsi: il mercato odierno ci ha abituato a spese ben più folli. Ciò che rende la notizia così suggestiva sono le dimensioni della borsa, e anche il gruppo che l’ha realizzata: MSCHF. Vediamo di seguito di cosa si tratta.
This new MSCHF handbag is so small — smaller than a grain of sea salt — you’ll need a microscope to see it. “I almost hope somebody eats it,” the group's chief creative officer said. https://t.co/WmoOa7tJGZ pic.twitter.com/VFBL8Iu8Eg
— The New York Times (@nytimes) June 13, 2023
MSCHF: il gruppo degli stivali rossi contro il capitalismo!
Il collettivo in questione è uno dei più chiacchierati degli ultimi anni, in quanto anche negli scorsi mesi si è spesso lanciato in provocazioni (a volte al limite) contro la cultura di massa.
Il caso che molti ricorderanno è quello del paio di stivali rossi, goffi ed ispirati ad un manga giapponese, Astro Boy. Il protagonista del fumetto, realizzato da Osamu Tezuka, indossa degli scarponi rossi piuttosto cartooneschi. Una replica degli stivali è stata realizzata da MSCHF, in un ulteriore tentativo di ridicolizzare il consumismo odierno. Tutti i prodotti di MSCHF, che nascono come appunto parodia, vanno sempre sold out in poco tempo, portando al collettivo ingenti somme di denaro, a sua volta riutilizzato per un nuovo drop ad effetto. Questa è, in breve, la politica aziendale dell’azienda di Brookyln.
L’ultimo drop: la handbag microscopica da oltre 60mila dollari
Ed eccoci arrivati all’ultimo episodio che coinvolge MSCHF che sta facendo discutere in tutto il mondo. Il gruppo avrebbe realizzato una borsetta microscopica (meno di 0,03 pollici di larghezza, per intenderci) che poi sarebbe stata venduta ad oltre 60mila dollari nella casa d’aste di Pharrel Williams. Il noto produttore, musicista e designer americano è infatti anche creative director di Louis Vuitton.
Il modello a cui MSCHF si sarebbe ispirato è tutt’ora rivenduto da LV, con un range di prezzo che va dai 3100 ai 4300 dollari. Niente in confronto all’ingente profitto che il collettivo ha ottenuto dalla vendita dell’unico pezzo disponibile della “Microscopic handbag”. Anche il metodo di realizzazione è molto particolare, in quanto ovviamente il prodotto non è stato cucito o realizzato a mano. Per la sua realizzazione è stata impiegata la tecnica della polimerizzazione a due fotoni, utilizzata per stampare in 3D parti in plastica in microscala.
Il microscopio insieme alla borsetta e il marketing geniale di MSCHF
MSCHF spiega poi che la borsa riesce a passare dentro la cruna di un ago ed è addirittura più piccola di un granello di sale marino. Accanto alla borsetta infatti, all’asta è stato battuto anche un microscopio con display digitale. Questo è l’ unico strumento attraverso cui si può osservare per bene l’opera. Infatti, il color fluorescente e il simbolo della label, il famosissimo LV monogram, si notano solo con l’utilizzo del dispositivo dato in dotazione.
Un’altra genialità del mondo MSCHF che, ancora una volta, ha avuto una risonanza mediatica davvero assurda realizzando un prodotto non convenzionale. Così funziona la macchina (fino ad ora) perfetta del collettivo di Brookyln, sempre più in controllo di tutto ciò che riguarda l’evoluzione del capitalismo ormai dal 2016, data di fondazione del progetto.
Questa era la cronaca dell’ultimo episodio che ha fatto, e sta facendo tutt’ora parlare della suddetta azienda. Se volete rimanere aggiornati su tutte le news di attualità, continuate a seguire Nasce, Cresce, Ignora!
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