di Andrea Antinori
La terza stagione dell’attesa serie Netflix “The Witcher” arriverà divisa in due volumi. Il primo disponibile a partire dal 29 Giugno, il secondo arriverà invece il 27 Luglio. Nel cast troviamo Henry Cavill nel ruolo del protagonista Geralt di Rivia; Anya Chalotra come Yennefer di Vengerberg; Freya Allan come Ciri; Joey Batey nel ruolo di Jaskier/Ranuncolo. Senza perderci in troppe chiacchere, ecco a voi la recensione di questa prima parte di The Witcher stagione 3.
The Witcher: un vero peccato
Partiamo col dire che questa terza stagione (almeno per il momento) conferma il trend positivo iniziato dalla seconda. Infatti, lasciatosi alle spalle il più grande problema delle diverse linee temporali della prima stagione (anche se stavolta il problema con il tempo c’è, ma in modo diverso), la serie si è dimostrata uno dei migliori prodotti della piattaforma con la N rossa. E uno dei principali punti a favore per la serie è il cast. Si sente che i protagonisti tengono al ruolo e al personaggio. Ma quello che risalta maggiormente su tutti è proprio Henry Cavill. Il suo Geralt è oramai iconico, ritratto alla perfezione ma con un mimino di differenza che basta per renderlo un personaggio a sé stante, che si distacca da videogiochi e libri vari.
Ed il vero peccato è proprio qui, dato che, almeno per il momento, questi episodi saranno gli ultimi con questo Geralt. È inutile nascondere che la serie perderà non poco dalla scissione con l’attore, che ha davvero saputo dare una personalità al prodotto. Certo, Cavill non è la totalità della serie, infatti anche la scrittura, le coreografie e il resto del cast sono ad un ottimo livello, ma l’attore che fino al momento ha fatto da protagonista era il vero punto cardine, la base del prodotto. Considerando anche la perfetta chimica che si è venuta a formare tra i membri del cast principale, i dubbi per la prossima stagione continuano a salire. Ciri, Yennefer e Geralt davvero danno l’impressione di essere diventati una vera famiglia, pronti a tutto per difendersi l’un l’altro.
C’è un unico punto debole, come precedentemente anticipato. Il formarsi di questa famiglia è stato reso in maniera troppo sbrigativa, con vari salti temporali anche di parecchi mesi proprio nei primi minuti della stagione. Alcuni sono furbamente spiegati, ma con l’andare avanti del minutaggio, questi salti diventano sempre più confusi. In generale non un problema così grosso, dato che non inficia molto sulla comprensione della storia, ma era lecito segnalarlo.
Più politica, meno azione
Parliamo adesso del tono che ha preso questa serie. Già nell’ultima metà della seconda stagione si poteva percepire un maggior indirizzamento verso la politica rispetto all’azione pura. Non fraintendete, l’azione c’è ed è anche ben coreografata, ma i giochi di potere e le alleanze fanno da protagoniste, specialmente nell’episodio “finale” di questa prima parte. Si punta quindi anche a esplorare una parte del Witcher che ancora era stata mostrata poco nella serie, ovvero l’astuzia. Questa maggiore componente politica porta “The Witcher” ad assomigliare maggiormente a prodotti come “Game of Thrones“, ma niente paura. La serie riesce tranquillamente a distaccarsi dai suoi maggiori competitor nel mondo fantasy andando ad essere un prodotto a suo modo unico, con una personalità ben distinta.
L’azione invece, nonostante sia diminuita, resta di ottima fattura. Le coreografie sono chiare, è presente il giusto livello di violenza e anche la CGI, tutto sommato, è accettabile. Forse è proprio questo uno dei pochi “punti dolenti”. Una computer Grafica che è senza infamia e senza lode, leggermente sopra la media degli altri prodotti Netflix, ma ancora al di sotto dello standard nel mondo delle serie TV. Non eccelsa, ma neanche talmente brutta da dare fastidio. L’ultimo particolare che potrebbe far storcere il naso si trova sempre nelle sequenze d’azione. In particolare l’eccessivo uso degli slow-motion mei combattimenti, che vanno spesso a spezzare il ritmo della scena. Certo, rimane pur sempre una scelta stilistica del regista, che però poteva essere gestita decisamente meglio.
The Witcher, stagione 3 – parte 1: considerazioni finali
Questi primi episodi della terza stagione di “The Witcher” mantengono alto il livello dell’asticella settato dalla precedente stagione, e allo stesso tempo danno speranza per gli ultimi episodi di questo blocco, gli ultimi con Henry Cavill. In fin dei conti, scendendo a patti con salti temporali poco chiari, una CGI non al top e qualche slow motion di troppo, ci ritroviamo dinnanzi ad uno dei migliori prodotti sfornati da Netflix. Giudizio però sospeso in attesa degli ultimi episodi in arrivo il 27 Luglio, che concluderanno definitivamente questa terza stagione e la carriera di Cavill come Witcher.
Pro
- Il cast, specialmente Henry Cavill;
- Le coreografie dei combattimenti;
- La componente più politica.
Contro
- La CGI, ancora acerba su alcuni punti;
- Alcuni salti temporali confusionari;
- Qualche slow-motion di troppo.
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