fbpx Napoli, che cavalcata! Per le altre, solo bocconi amari
Sport

Napoli, che cavalcata! Per le altre, solo bocconi amari

di Federico Minelli

Condividi con chi vuoi

Il Napoli ha ammazzato il campionato. Da subito. Praticamente, non c’è mai stata storia: i partenopei si sono dimostrati la squadra di gran lunga migliore, gestiti alla grande da Spalletti e sostenuti da un tifo incessante. In questo Scudetto, però, c’è anche lo “zampino” delle avversarie, che mai hanno impensierito gli azzurri. Sia chiaro, non si vuole assolutamente screditare il Napoli, autentico mattatore di questa Serie A, ma solo osservare quali sono state le debolezze di chi poteva e doveva fare di più nel corso di questa stagione.

Milan e Inter: il nord ha abdicato?

Le milanesi hanno avuto percorsi diversi. Il Milan, sulla scia dello Scudetto vinto la scorsa stagione, è riuscita un po’ a tenere il passo del Napoli, salvo poi crollare come tutti. Cosa è mancato? Le prestazioni non sono state all’altezza dell’anno scorso, con la rosa che doveva essere puntellata in modo migliore. Inoltre, la Champions ha sicuramente tolto energie ai rossoneri, che sembra abbiano preferito concentrarsi sull’Europa. Scusanti? Comunque poche, perché quando ha voluto il Milan ha dimostrato di essere la squadra che nel 2021/22 tanto faceva sognare.

L’Inter ha avuto ancora più difficoltà. Sia in campo, con un gioco che ha stentato per mesi a decollare, che per questioni che non lo riguardano: il (non) rinnovo di Skriniar, i problemi con gli sponsor, un Lukaku che è apparso a lungo l’ombra dell’attaccante che ha lasciato i nerazzurri solo due anni fa. Anche per loro vale il discorso fatto poche righe sopra per i cugini: avere la possibilità di fare un buon percorso in Europa ha certamente messo il campionato in secondo piano. Può essere una giustificazione? Sì e no: una squadra come l’Inter poteva ambire ad una stagione migliore.

Napoli troppo superiore: la Juve molla, la Lazio cresce

La Juventus ha vissuto un’annata molto particolare, tra penalizzazioni, dimissioni e insicurezze in dirigenza che si sono riversate anche in campo. Poche giustificazioni: con una squadra di questo calibro i bianconeri potevano e dovevano fare di più; è mancata continuità, consapevolezza e forse è subentrata anche un po’ di “stanchezza alla vittoria”. Dopo i nove anni d’oro, la Juve necessita di nuovi stimoli, da non ricercare in chi già è stato importante per i bianconeri: serve una piccola rivoluzione.

Per la Lazio, invece, si può fare un discorso diverso. I biancocelesti non erano partiti per essere l’anti-Napoli, ma pian piano sono diventati la squadra che forse più di tutti ha giovato dei passi falsi delle big. La squadra di Sarri non è completa e non può competere, sulla carta, con le altre citate sopra. Il percorso, però, sembra iniziato: resta da vedere quanto e come saprà evolversi in mentalità, investimenti e livello di rosa. Perché il calcio italiano, mai come ora, non ha un solo padrone; chiunque può approfittarne.

Per essere sempre aggiornato sulle news provenienti da tutto il mondo continua a seguirci su Nasce, Cresce, Calcia.

Potrebbero interessarti anche:

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Condividi con chi vuoi