Un nemico silenzioso, ma purtroppo molto concreto e dannoso, quello che nelle ultime settimane sta colpendo l’Italia: si tratta della siccità. Ormai non vi è alcuna distinzione climatica all’interno del Bel Paese. Se prima il Nord era per universale convinzione più mite, ed il Sud più caldo, oggigiorno non è più così. E intanto i termometri salgono, e l’acqua diminuisce.
I timori arrivano direttamente da Fabrizio Curcio, Capo della Protezione Civile; la preoccupazione per la siccità supera quella delle crisi 2003 e 2017. In un’intervista per SkyTg24, ha affermato: “Non è escluso il razionamento dell’acqua anche nelle ore diurne. Si potrà proclamare lo stato di eccezionale avversità atmosferica per quanto concerne il settore agricolo, e sempre su proposta delle Regioni, qualora il danno provocato dalla siccità superi il 30% della produzione lorda vendibile”.
La situazione sembra tutt’altro che sotto controllo e si fa direttamente appello alle singole Regioni; se quasi ovunque l’acqua delle fontane pubbliche è già stata razionata nelle ore notturne, non viene esclusa la possibilità di estendere il monitoraggio anche durante tutto l’arco della giornata.
Più di duecento comuni tra Emilia Romagna, Piemonte e Lombardia ricevono già assistenza direttamente dalla Protezione Civile per la ridistribuzione delle risorse idriche. Basti pensare al Po, il primo fiume d’Italia, praticamente ridotto ai minimi storici a causa delle inesistenti piogge invernali; il caldo arido degli ultimi giorni, con i picchi a 40 gradi di fine giugno, sta dando il colpo di grazia. Se la situazione nel Sud Italia è oramai considerata endemica, con questi continui picchi di siccità che annualmente mettono alla prova il settore agricolo, lo stesso discorso non vale per gli agricoltori padani, che per la prima volta fronteggiano un’emergenza climatica di questa portata.
“In alcune zone del Paese non possiamo escludere un razionamento dell’acqua e quindi la chiusura della distribuzione durante le ore diurne” ha ribadito il capo del Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio. “Per dichiarare lo stato di emergenza è importante capire quali misure adottare per mitigare l’emergenza stessa. I criteri li stiamo definendo con le regioni e soprattutto le misure. Penso nelle prossime giornate, al massimo prossime due settimane, avremo chiare le misure e potremo fare la dichiarazione dello stato di emergenza”.
Una situazione disastrosa che, con il pesante cambiamento climatico in atto troppo spesso ignorato dalle organizzazioni mondiali, rischia di peggiorare di anno in anno.
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